Parole di memoria

21 marzo 2023. Nomi e storie da non dimenticare

21 marzo 2023. Nomi e storie da non dimenticare

Giuseppe Montalbano era un medico, politico e patriota. Fu ucciso la sera del 3 marzo 1861 per aver difeso la terra dei contadini contro le usurpazioni del ceto agrario e baronale. Da quest’anno, il suo nome è il primo del lungo elenco di vittime innocenti delle mafie, che Libera cura da 28 anni.

Il nostro percorso di approfondimento non è mai stato una questione di numeri, ma questi ultimi segnano dei solchi precisi nella nostra percezione sulla gravità dei fenomeni mafiosi, confermando l'urgenza di un impegno sempre più convinto ed efficace.

Dal 1861 a oggi sono 1069 i nomi dell'elenco. 1069 storie che ripercorrono tutta la storia d'Italia, dall'Unità fino all'anno scorso, quando alla periferia di Napoli resta vittima di un agguato di camorra Antimo Imperatore, operaio 56enne, ucciso mentre stava montando una zanzariera a casa del vero obiettivo del killer.

Tra i nomi inseriti in elenco negli ultimi anni, sono sempre più numerosi quelli di vittime internazionali. Come Derk Wiersum e Peter de Vries, uccisi ad Amsterdam per essere diventati avvocato e consigliere di fiducia di Nabil B., testimone chiave del processo contro Ridouan Taghi, boss della criminalità organizzata marocchino-olandese. In totale, le vittime internazionali sono 49. Tra queste, soprattutto giovani migranti dall'Africa e dall'Europa dell'est, morti per mano del caporalato nelle campagne pugliesi e della provincia di Caserta. Ma anche magistrati, come Pierre Michel, attivisti come Luc Nkulula, e soprattutto giornalisti. Sono 11 i giornalisti uccisi per mano mafiosa in diverse parti del mondo, dalla Russia alla Somalia, da Malta al Libano. Tra loro, 6 donne.

In totale, le donne vittime della violenza mafiosa sono 133. Alcune sono donne colpite da proiettili vaganti, altre sono vittime di vendette trasversali, uccise per legami parentali con uomini di mafia, ma del tutto estranee agli affari del clan. Altre, ancora, sono donne uccise per essersi opposte al potere economico, politico, sociale e culturale delle mafie. Amministratrici pubbliche, magistrate, poliziotte, ma anche donne provenienti da contesti mafiosi che si sono ribellate alla “cultura mafiosa”, finalizzata a costruire dei legami basati esclusivamente su rapporti di forza, violenza e sopraffazione.

Sono 115 i nomi di bambini contenuti nel nostro elenco. La più piccola è Caterina Nencioni, 50 giorni, uccisa dalle bombe di via dei Georgofili, insieme a tutta la sua famiglia e al giovane Dario Capolicchio.

I nomi di vittime innocenti inseriti quest’anno sono in totale 16. Nomi e storie di cui siamo venuti a conoscenza grazie alle segnalazioni di tanti cittadini e cittadine, che scavando nella storia dei propri territori, hanno contribuito a far rimergere queste storie dall’oblio e trasformarle in memoria collettiva.