Parole di memoria

In memoria di mio zio Stefano Li Sacchi

In memoria di mio zio Stefano Li Sacchi

A ridosso del quarantunesimo anniversario della strage, il mio pensiero va a quest'uomo che per me è stato un padre, che mi ha cresciuto con amore e dedizione. È lui che mi ha insegnato ad andare in bicicletta, che mi accompagnava a scuola ogni mattina, che mi ha seguito e guidato durante il mio percorso scolastico, fiero di questa ragazza che si era appena iscritta alla facoltà di Medicina.  

Era un uomo di sani principi che ha dedicato la sua vita a me e a mia zia.

Quel 29 luglio è morto nell' adempimento del proprio lavoro a cui assolveva con dedizione e senso di responsabilità.

La sua correttezza e il suo senso del dovere lo portavano ad accompagnare ogni mattina il giudice Chinnici fino alla macchina e, anche se consapevole del rischio, non si è mai defilato: lo accompagnava ogni mattina e lo aspettava al suo rientro. Non chiudeva mai la portineria prima che lui arrivasse: “Non posso far trovare il portone chiuso al giudice Chinnici”, diceva sempre.

Nel corso di questi lunghi quarantun anni, durante le cerimonie di commemorazione che si sono succedute, ho appreso di attribuzioni di onorificenze al valore civile alle vittime e superstiti dell’attentato.

Mi sono chiesta perché a mio zio Stefano non sono mai state attribuite onorificenze. Mi vien da pensare che sia considerato una vittima di serie B e, a distanza di tanti anni, è una riflessione che fa male. Ho inviato lettere a varie figure istituzionali per capire le motivazioni dei mancati riconoscimenti, ma ho ricevuto risposte stringate e negative.

Mi auguro che le cose cambino, che la memoria di mio zio venga onorata a livello istituzionale, riconoscendogli pari dignità rispetto alle altre vittime di quel tragico attentato. Io continuerò a portare avanti questa richiesta, lo devo alla memoria di mio zio affinché non muoia una seconda volta nell’oblio in cui lo Stato sembra averlo relegato. Lo devo anche alla memoria di mia zia che da quel maledetto 29 luglio 1983 non si è mai ripresa.

Lucia Li Sacchi, nipote di Stefano