Verità e giustizia per Gianluca Congiusta: la video testimonianza della mamma
Il 24 maggio 2005, a Siderno (RC), Gianluca Congiusta sta rientrando a casa dopo una giornata di lavoro. Viene freddato a bruciapelo con due colpi di fucile. Muore sul colpo a 32 anni.
Dopo 3 anni dal delitto, l’inchiesta “Lettera morta” individua i responsabili in 5 ‘ndranghetisti del clan Costa. Gianluca si era rifiutato di pagare il pizzo e veniva considerato un testimone scomodo, perchè era a conoscenza dei tentativi dei Costa di riemergere a danno del clan Commisso.
Nonostante le condanne in primo e secondo grado, gli imputati vengono assolti in Cassazione. La Suprema Corte, per un vuoto legislativo, ha ritenuto inutilizzabile la prova cardine del processo. Per questioni relative alla privacy, le lettere inviate dal carcere con la richiesta di pizzo non possono costitutire fonte di prova.
Mario, il papà di Gianluca, insieme alla moglie Donatella, si è battuto con tutte le sue forze per chiedere verità e giustizia. Mario è morto nell’agosto del 2018, pochi mesi dopo l’assoluzione della Cassazione.
Quando c’era il 21 marzo lui era in prima linea, ma non solo per Gianluca. Per tutti. Per tutti ha messo tutte le sue forze per raggiungere la verità. Purtroppo, è morto prima. Non l’ha saputa lui e non la sappiamo noi, che siamo la voce di queste persone che ingiustamente hanno punito. (…) Io continuo a lottare. Assolutamente si.