Parole di memoria

Costruire una Bari più giusta. Per Giuseppe Mizzi e Giuseppe Di Terlizzi

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Autore: Paolo Margari

di Alessandra Ricupero

E’ il 2011. Bari cresce e con lei la futura città metropolitana.

Il Bari è in serie A e l’ombra delle mafie pare allungarsi anche su alcune partite.

Il 2011 è un anno drammatico. Le mafie sono ovunque. Nelle vie delle periferie dove ammazzano il 16 marzo 2011 a Carbonara Giuseppe Mizzi, 39 anni. Sono nelle discoteche dove uccidono il 10 aprile di 10 anni fa Giuseppe Di Terlizzi, 33 anni, in discoteca, nel Quartierino.

Dieci anni dalla perdita di due vittime innocenti a distanza di 24 giorni, dallo stravolgimento di due famiglie a opera di “male vite”.

La città è cambiata, è vero. E’ più consapevole, coesa, è più attraversabile. Ma le mafie non sono sparite da alcun quartiere. Sono forse solo più silenziose, sicuramente più annidate e ancorate nelle fragilità delle città, a gestire tratta, usura, racket e piazze di droga.

Nel corso di questi 10 anni, Libera si è stretta attorno alle famiglie che hanno perso i loro cari, provando a mettere insieme i cocci di una città devastata e insanguinata.

Tanta è la strada ancora da attraversare per una città libera dai cancri sociali.

Percorriamo, insieme ad associazioni, parrocchie, scuole ed enti locali, il sentiero della memoria delle vittime innocenti delle mafie, come Giuseppe Di Terlizzi e Giuseppe Mizzi, praticando speranza e giustizia sociale verso la direzione della costruzione di una Bari più giusta.