Memoria Viva: a San Severo la Scala della Legalità
a cura di un gruppo di studenti dell‘ITES Fraccacreta di San Severo
Questo nostro percorso ha avuto inizio nel mese di marzo, quando non avevamo affatto la piena consapevolezza dell’importanza di quello che stavamo per fare e soprattutto dei risultati che ne sarebbero derivati.
Seguendo le indicazioni della docente referente dell’attività, abbiamo iniziato a fare ricerche di pomeriggio in un laboratorio della nostra scuola, l’ I.T.E.S. Fraccacreta di San Severo (FG), per conoscere le storie di alcune vittime innocenti di mafia del nostro territorio.
Abbiamo così iniziato consultando il sito Vivi, soffermandoci, in un primo momento, sulle storie di undici vittime pugliesi. Tra queste, due vittime proprio della nostra città, San Severo: Stella Costa e Luisa Fantasia, storie che non tutti noi fino ad allora conoscevamo.
Pur sapendo che non sono le sole vittime pugliesi, abbiamo iniziato da queste undici storie per ricordare simbolicamente tante altre, non meno importanti, e per iniziare a conoscere tramite loro anche la storia del nostro territorio e di come la mafia si è evoluta .
Per condividere il nostro lavoro anche con gli altri compagni di scuola, abbiamo pensato di riportare le storie su dei file e di generare i rispettivi QR Code. Successivamente, con il supporto della nostra Dirigente, prof.ssa Maria Soccorsa Colangelo, è nata l’idea di mantenere sempre viva nella nostra scuola la memoria di quelle vittime stampandone i nomi tra i gradini di una delle due scale della nostra scuola e di collocare in corrispondenza di ogni nome il relativi QR Code.
Grazie al sostegno e alla disponibilità del Presidio di Libera Foggia abbiamo organizzato una breve cerimonia di “Inaugurazione della Scala della Legalità”, che si è svolta il 12 aprile. Inoltre, nella Biblioteca della scuola, abbiamo incontrato Roberto Ciuffreda, figlio di Nicola Ciuffreda, che con intensità e forte coinvolgimento ci ha reso la sua testimonianza. Un momento molto forte e significativo che ha accresciuto in noi la consapevolezza dell’importanza del “fare memoria viva” per non lasciare soli i familiari delle vittime innocenti e per non consentire che le vittime vengano uccise una seconda volta dal silenzio e dall’omertà della collettività.