Parole di memoria

Il ricordo di Calogero La Piana. Era nostro zio, una persona onesta

Il ricordo di Calogero La Piana. Era nostro zio, una persona onesta

di Pietro La Piana

Per un mero dato anagrafico io e mia sorella non abbiamo potuto conoscere nostro zio.
Non eravamo ancora nati infatti quando, nella notte del 31 luglio 1990, mio zio veniva barbaramente ucciso (a soli 23 anni) perché testimone scomodo di un omicidio di mafia.
Nonostante la Giustizia (intesa nella sua ramificazione penalistica) abbia fatto il proprio corso, raggiungendo i risultati sperati, mio padre (legatissimo al suo fratello più piccolo) non ha mai del tutto superato una perdita così atroce, oltreché ingiusta: per molto tempo infatti – sia io che mia sorella – non abbiamo saputo la verità circa la morte di nostro zio.
Forse un modo per “tutelarci”, per non farci sapere quanto la vita (e l’uomo, volutamente scritto con “u” minuscola) sia stata ingiusta con lui.
Tale sofferenza ha toccato incidentalmente anche nostra madre, non solo in quanto e perché cognata, ma anche perché testimone “oculare” della sofferenza di nostro padre; lo ha aiutato soffrendo insieme a lui quando ne ha avuto bisogno, nonostante entrambi non avessero nemmeno 30 anni.
Dai nostri genitori abbiamo sempre avuto riportato un ottimo ricordo di nostro zio: una persona amorevole, un grande lavoratore, e soprattutto una persona onesta.
Mio padre ha deciso di parlarci di questa storia quando eravamo grandi (non anagraficamente) per comprendere e metabolizzare quanto accaduto: da quel momento abbiamo iniziato a sentirci partecipi del suo dolore, ad essere uniti anche in questo, nonostante lui preferisca non parlarne.
Ricordo ancora quando, in un pomeriggio d’estate, decidemmo tutti insieme di guardare il filmato del matrimonio dei nostri genitori: in quell’occasione mio padre – vedendo le immagini di una famiglia in festa in cui vi era ancora suo fratello – non riuscì a trattenere le lacrime: ciò (unito al fatto che da quelle immagini ho visto negli occhi di quello che sarebbe stato mio zio, una persona veramente buona) mi fece capire quanto mio padre abbia sofferto e stia tutt’ora soffrendo; non è una persona avvezza alle lacrime, fatico a ricordare altre occasioni in cui io lo abbia visto piangere.
Non abbiamo avuto la possibilità di conoscerlo perché la malvagità umana ha voluto così, ma ciononostante viviamo nella consapevolezza e nella fierezza di poter dire “era nostro zio, una persona onesta”.