La memoria di Calogero, l’impegno di Piera
di Carmela Pistone
«Calogero caro, fratello adorato,
da 24 anni, il 27 aprile non è un giorno come gli altri, perché la memoria torna dritta a quella sera.
Sei sempre stato così: libero, coraggioso e innamorato della vita.
Avevi solo quindici anni quando hai deciso di partire per la Toscana, dove hai vissuto e lavorato per tanti anni. E poi l’idea di tornare in Sicilia, a Villafranca Sicula, a prenderti cura degli agrumeti di famiglia.
Quanto ti piaceva passare le giornate in campagna, a scegliere le arance migliori, che compravi al giusto prezzo dagli agricoltori, riconoscendo il valore del loro lavoro e
conquistando il loro affetto, il loro rispetto e la loro stima.
Tutto ciò ha dato fastidio a quelli che sono abituati a estorcere obbedienza con la forza della prepotenza e della sopraffazione. Hai “disturbato” i loro affari, messo in crisi il loro potere incontrastato e quando - con l’arroganza degli impuniti - ti hanno minacciato in pubblica piazza, tu non hai abbassato la testa, non hai rinunciato alla tua libertà e li hai affrontati a viso aperto.
Non lo hanno tollerato quell’affronto.
Si sa, i vigliacchi agiscono al buio, di nascosto, attaccano alle spalle. E così è stato anche quella maledetta sera: hanno armato la mano di un killer e ti hanno ucciso.
Il 27 aprile 1996 la tua vita è stata spezzata e le nostre sono cambiate per sempre.
Non è stato facile fare i conti con la tua mancanza, con il vuoto incolmabile, con il dolore senza fine, ma non ci siamo arresi, abbiamo fatto tutto il possibile per avere giustizia e l’abbiamo avuta. Mandante ed esecutori condannati in via definitiva.
Non ci siamo persi un’udienza, e pensa, che anche la nostra semplice presenza in aula è stata mal tollerata dagli imputati e dai loro familiari, fino al punto di aggredirmi e mandarmi all’ospedale. Siamo andati avanti, determinati e fiduciosi e, alla fine, la sentenza ha dichiarato la loro colpevolezza. Nel 2004, ho ricevuto una chiamata dall’associazione Libera: ci invitano a partecipare alla Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie. Ho conosciuto tante persone che, come me, hanno perso una persona cara a causa della violenza mafiosa, nei loro occhi mi sono rivista, nelle loro storie ho riconosciuto la nostra storia.
Calogero caro, il dolore non se ne va, ma poterlo condividere aiuta a renderlo più sopportabile. Per questo, da tanti anni ormai, vado in giro nelle scuole, nelle associazioni, nei campi estivi, incontro tanti giovani e a loro racconto la storia di mio fratello Calogero che è stato ucciso perché non ha voluto piegare la testa.
Sono orgogliosa di te, fratello mio!».
Dolcezza, generosità e tanta forza è stata Piera Tramuta, in questi anni, a fare conoscere e raccontare la vita di suo fratello.
Il legame profondo che c’era tra di loro, la fatica di convivere con il dolore della sua mancanza sono state le polarità di un impegno umile ma determinato.
In occasione del ventesimo anniversario, Piera aveva pensato che fosse arrivato il momento di tornare a Villafranca Sicula, e ricordare lì Calogero, nel paese in cui aveva visto la luce e dove aveva trovato la morte. È ancora forte in tutti noi il ricordo del 2016 quando, insieme a don Luigi CIotti, per le strade di una comunità, spesso silente e distratta, ma in quell’occasione attenta e partecipe, la memoria di Calogero si è fatta viva, ma non ingombrante, come nello stile di Piera. Nonostante il dolore, lei ha sempre creduto che agendo la memoria si potesse costruire il cambiamento.
Piera, però, non potrà tornare in Sicilia, non potrà più guardare negli occhi persone e luoghi che hanno accompagnato, nel bene e nel male, la storia di Calogero.
Qualche giorno fa è andata via. Ha lottato tanto, ora deve riposare.
Abbiamo immaginato ancora una volta Piera ricordare Calogero, magari con una lettera. Una lettera che Piera non potrà scrivere, ma che raccoglie i suoi pensieri, le sue sofferenze e le sue speranze come spesso ce le ha raccontate, in una confidenza intima, di cui la ringraziamo.
Le sue parole rimangono impresse nell'anima di chi ha avuto la fortuna di conoscerla e frequentarla.
Continueremo a camminare sulla strada che ha contribuito a tracciare, a mantenere viva la memoria e costante l’impegno.
Per Calogero. Per Piera