So quando è il tempo della memoria
di Antonio Zangara
Caro papà,
trentasei anni fa ci sei stato rubato da violente e vigliacche mani mafiose, avevo solo diciotto anni, sono il più grande tra i fratelli, mio fratello Vincenzo, il medio, ne aveva solamente sedici e Massimo tredici, eravamo bambini, rimasti ad affrontare un dolore profondo, dolore molto più grande di noi, in un momento in cui avevamo bisogno di colore il nero ci ha travolto.
Ti hanno ammazzato senza un movente, senza un motivo, quel sabato sera eri lì proprio dove dovevi stare, con i tuoi amici a ridere e scherzare, e quell’inaccettabile presenza, uomini senza onore, senza dignità che si facevano scudo con onesti e ignari cittadini.
Ricordo perfettamente quando gli inquirenti indagavano per capire la logica del tuo omicidio, Tu uomo onesto.
Oggi da adulto ho ancora bisogno di sentirmi al sicuro tra le tue braccia e di sentirmi protetto, ho bisogno di sentire i tuoi racconti, i tuoi consigli, avrei voluto ricambiare le tue carezze con le mie, avrei voluto io prendermi cura di te, portarti al mare che tanto amavi, vorrei tanto sentirmi ancora figlio.
Negli anni ho imparato l’arte del distacco, non sono un vecchio saggio, ma so quando è il tempo di piangere, quando è il tempo della memoria, e quello della nostalgia.
Nei pochi anni passati assieme mi hai insegnato tanto e se oggi conservo i valori fondamentali dell’onestà lo devo soprattutto a te, e per questo non finirò mai di ringraziarti.
Valori che hai lasciato a noi figli ma anche a tutte le persone che ti hanno conosciuto e che ti fanno ricordare con affetto da tantissima gente.
Con un malinconico sorriso
Ciao papà