20 settembre 2009
Crotone (KR)

Domenico (Dodò) Gabriele

Adorava il calcio, fare la schedina, aveva tutti i pensieri e i gesti degli appassionati del calcio, sin da quando era piccolissimo. E su un campo di calcio è morto. Domenico Gabriele, detto Dodò, aveva appena 11 anni quando fu colpito alla testa da un proiettile vagante mentre giocava a calcetto in un campo sportivo di Crotone.

Un bambino vivace, innamorato del calcio, appassionato della scuola che lo ricambiava con i 10 in pagella. Domenico Gabriele, detto Dodò, aveva 11 anni, tifava per la Juventus, il suo idolo era Alessandro Del Piero. Tanti progetti, tante speranze. Ma cosa avrebbe voluto fare nella vita non si saprà mai. Gli hanno spezzato le ali troppo presto. E’ morto per sbaglio. Se per sbaglio si può morire, su un campo di calcetto in contrada Margherita periferia nord di Crotone, vittima innocente di un regolamento di conti tra ‘drine. Obiettivo dei killer era Gabriele Marrazzo, emergente della mala locale.

Ogni giovedì Dodo' e il padre Giovanni avevano un appuntamento fisso: la partita di calcetto. Cinque contro cinque, una sfida tra amici su un campo spelacchiato di periferia. E così fu anche quella sera del 25 giugno 2009. Domenico era a dieta, voleva giocare, correre, sudare. E perdere peso. Il cambio con il padre. Dodo' entra in campo. Dribbla pensando al suo idolo Del Piero. Improvvisamente si sentono delle botte. Sembrano mortaretti. Un istante e Domenico si accascia. Il padre gli solleva la testa, perde molto sangue. La gente intorno urla “hanno sparato, hanno sparato”. Quella sera quelle pallottole di 'ndrangheta uccidono il sogno di Dodo'.

La corsa in ospedale di Crotone, poi il trasferimento al “Pugliese” di Catanzaro. Dodo' era stato colpito al fegato e alla testa. La vita appesa a un filo. Il cuore di Dodò si spegne il 20 settembre 2009. Dopo tre mesi da quella partita di calcetto. Tre mesi di speranza. Tre mesi di ricordi. Tre mesi di disperazione. Tre mesi vissuti dalla mamma Francesca vicino al suo “gigante buono”.

Ogni giorno sono stata in ospedale a stringergli la mano.
Dicono che non poteva parlare e muoversi, ma lui reagiva. Mi dava la mano e vedevo scorrere le lacrime. Gliele potevo asciugare.
Francesca, mamma di Dodò

Un piccolo regalo per Dodò

Nei mesi successivi al dolore, Giovanni e Francesca incontrano Don Luigi Ciotti. Entra nella stanza di Dodo' e conosce il suo mondo: la foto di Del Piero, i libri di preghiera, il suo amore per il disegno. E scatta in don Luigi un'idea: un piccolo regalo per Dodo'. I genitori del piccolo Domenico salgono a Torino e incontrano Alessandro Del Piero. Un incontro intenso, emozionante. Un campione impacciato davanti al dolore di quei genitori. “Non sapeva cosa dirci - racconta la mamma Francesca - ma abbiamo sentito forte il suo affetto e la sua vicinanza. E in quel momento abbiamo pensato al nostro Dodo' e come avrebbe reagito trovandosi davanti il suo idolo, il suo campione preferito.”

Buon compleanno Dodò

I compagni di classe di Dodò sono sempre rimasti molto legati alla sua famiglia, alla mamma e al papà. Insieme hanno scelto la data del 17 ottobre, giorno del compleanno di Dodò, per ricordarlo, ritrovarsi insieme nella Giornata della Legalità "Buon compleanno Dodò". Il 17 ottobre 2016, Dodò avrebbe compiuto 18 anni, una data speciale. E i suoi compagni di classi hanno deciso di fargli un augurio speciale.

La vicenda giudiziaria

La Procura di Crotone apri' subito indagine. Oltre a Dodo', quella sera furono colpite nove persone. Gabriele Marrazzo, obiettivo della strage mori' mentre veniva trasportato in ospedale. Ad un anno dall'agguato furono arrestati gli assassini di Domenico Gabriele. Si tratta di Andrea Tornicchio, all'epoca ventenne e Vincenzo Dattolo, 26 anni entrambi ritenuti elementi di spicco del clan Tornicchio. Nel luglio 2012 il PM della Dda di Catanzaro, Salvatore Curcio chiede per loro la condanna all’ergastolo. Oltre a loro il magistrato individuava in Francesco Torniorchio il mandante della sparatoria. Il PM Salvatore Curcio definì così l'episodio:

Un atto di vera barbarie attuato dalla cosca Tornicchio. Questa è la mia ultima requisitoria dopo vent'anni di procura antimafia. Porto con me l’amore per la verità e la speranza. Non avrei voluto concludere il mio impegno con un processo per fatti che hanno provocato tanto dolore. Il mio pensiero va ai genitori di Dodò, un bambino che avrebbe avuto diritto alla vita.

Il tribunale condannò in primo grado all'ergastolo gli esecutori materiali della strage: Vincenzo Dattolo e Francesco Tornicchi. Venne assolto dall'accusa di mnadante, Francesco Tornicchio, che nell'estate del 2009, quando si è consumata la strage, si trovava già nel carcere di Siano a Catanzaro . La corte d'Assise d'appello di Catanzaro ha confermò la sentenza di primo grado. E nel maggio 2015 la Corte di Cassazione conferma la sentenza di ergastolo.

Memoria viva

A Dodò sono dedicati i Presidi di Libera Miranese, in Veneto, e in Toscana il Presidio di Pontedera (PI) e di Campi Bisenzio (FI).
Nel settembre del 2016, i genitori di Dodò hanno intrapreso un percorso che possa trasformare il loro dolore in impegno e hanno creato l'Associazione Dodò. Ogni anno, l'associazione il 17 ottobre organizza a Crotone la Giornata della legalità “Buon compleanno Dodò”.
Tutti gli anni, il 25 giugno, i Campi Macrillò in contrada Margherita ospitano un torneo di calcetto, Liberi di giocare, dedicato alla memoria di Dodò.

Intervista ai genitori di Dodò