Antonino, da tutti chiamato Nino, nasce a Palermo il 29 marzo del 1961. Ha due sorelle Nino, Flora e Nunzia, e un fratello più grande, Salvatore. La sua è una famiglia semplice, il papà Vincenzo e la mamma Augusta non hanno potuto studiare, ma per i figli si aspettano un futuro diverso.
Erano due gran lavoratori, lui muratore e lei una sarta. Si erano conosciuti su un autobus Vincenzo e Augusta, negli anni in cui Palermo si trasformava e veniva "saccheggiata" dal boom edilizio che portò alla demolizione di intere ville in stile liberty per dare spazio ai palazzoni di cemento. Una città che stava vivendo una profonda contraddizione, in cui la povertà si toccava con mano, famiglie che non avevano ancora accesso alla corrente elettrica e all'acqua, bambini che non frequentavano la scuola.
Si innamorarono così su quell'autobus che un giorno finsero di perdere per passeggiare insieme e si sposarono con il sogno di creare una loro famiglia, visto che entrambi erano orfani di padre.
Nino cresce circondato dall'amore della sua famiglia, da sempre il mare è la sua grande passione. Lo adorava e passava ogni momento libero a fare immersioni e a pescare, spesso con papà Vincenzo. Era un esperto sommozzatore. Nel luglio del 1978 si renderà protagonista di un salvataggio in mare di due uomini che stavano annegando. Non ci pensò due volte Nino, anche se aveva solo 17 anni, e insieme a un suo amico poliziotto si getteranno in mare riuscendo a salvare i due uomini.
Terminati gli studi di perito elettrotecnico, partì per il servizio militare. E nel 1983 fece richiesta per accedere in Polizia.
L'incontro con Ida
Il 1986 è un anno importante per la sua vita: si arruola in Polizia e viene assegnato al Commissariato di San Lorenzo a Palermo, al servizio volanti, ufficialmente.
Nell'agosto dello stesso anno, durante la festa di compleanno della sorella più piccola, Flora, conosce Ida, la donna che sposerà. Ida è un'amica di Flora, ha soltanto 16 anni quella estate ma Nino ne rimase profondamente colpito e iniziò a corteggiarla. Finché Ida se ne innamorò e terminata la maturità classica si sposarono.
Nino è profondamente innamorato di Ida, non gli importa della differenza di età. Ammira la passione e la gentilezza di questa ragazza, accompagnandola spesso a fare volontariato presso l'Istituto Villa Nave di Palermo.
Nel luglio del 1989 finalmente Nino e Ida coronano il loro sogno e si sposano. Sono felici. Nessuno lo sa, ma presto avranno un figlio. Hanno preso una casa insieme ad Altofonte, la casa che diventerà il loro nido d'amore.
Partono subito per il viaggio di nozze. La destinazione è Atene, Nino vuole regalare a Ida la Grecia, farle vedere con i propri occhi ciò che ha studiato per tanti anni.
Ma Nino non è sereno. Il giorno della partenza, all'aeroporto di Catania prima di partire si trattiene 40 minuti presso il posto di polizia dell'aeroporto con una scusa. Era preoccupato, ha paura di essere seguito, a un collega dice di aspettare una persona importante da Roma per risolvere un caso importante. Ma non lo dà a vedere a nessuno, le sue preoccupazioni le tiene per sé. Si mostra sereno con la sua famiglia.
Anche se in quei giorni, mentre Nino era in Grecia, papà Vincenzo riceve una visita strana da due uomini nella sua casa di Villagrazia di Carini. Cercano Nino e dicono di essere due colleghi. Vincenzo terrà per sé questa storia, non vuole raccontarla a Nino mentre è in viaggio di nozze. Ma la visita gli sembra strana.
Il 5 agosto del 1989
Al rientro dal viaggio di nozze, li aspetta subito la festa dei 18 anni di Flora, la sera in discoteca con gli amici e il giorno dopo festa in famiglia. Nino cambia il proprio turno all'ultimo momento proprio per poter trascorrere quella giornata a Villagrazia di Carini.
La sera del 4 agosto Nino la passa con il padre e un amico in barca, a pescare. E la mattina, prima di andare a lavorare, mentre fa colazione comunica ai genitori che presto avranno un figlio. E' il sorriso stampato sul suo volto che Vincenzo ricorderà per sempre di quella mattina.
Alle 14 termina il suo turno e con Ida va a prendere l'album fotografico del matrimonio per mostrarlo alla famiglia. Nino e Ida erano andati dalla vicina di casa dei suoi genitori per mostrarle le fotografie. Stavano rientrando nel silenzio di quel caldo pomeriggio estivo e appena arrivati davanti al cancello della villetta, due uomini a bordo di una moto di grossa cilindrata, si avvicinarono alla coppia e iniziarono a sparare per uccidere, colpendo Nino. Era senza armi Nino, perché non era in servizio. Cercò disperatamente di proteggere Ida da quella cascata di proiettili, ma non potè fare nulla contro quella violenza inaudita. Ida non si spaventò, tornando indietro con la forza della disperazione per cercare di salvare suo marito. E' così che vide i due assassini, urlando loro "Io so chi siete”. Loro si che avevano paura di questa donna, e senza nessun ripensamento le spararono, uccidendo lei e il bambino che aveva in grembo. Inutile fu la folle corsa in ospedale nel tentativo di salvare Ida.
Vincenzo sentì gli spari e corse fuori per vedere cosa stava succedendo. Ebbe solo il tempo di vedere il figlio cadere a terra, trafitto dai proiettili e Ida che tentava di avvicinarsi al marito ferita anche lei. Nino aveva 28 anni e Ida solo 19.
I funerali dei giovani sposi furono celebrati il 10 agosto. Anche i giudici Falcone e Borsellino sentirono il dovere di esserci. Il giudice Falcone si rivolgerà al vice questore del commissariato di San Lorenzo, Saverio Montalbano, dicendo che doveva la sua vita a quella bara. Il 21 giugno del 1989 era stato, infatti, era stato ritrovato un borsone con 158 candelotti di tritolo davanti alla villa al mare all'Addaura che aveva preso in affitto. Quel giorno avrebbe trascorso lì qualche ora insieme a due magistrati svizzeri che si trovavano a Palermo per un indagine sul riciclaggio di denaro. Ma all'ultimo momento cambiarono idea. E l'attentato fallì.
Mio figlio era generoso nel suo lavoro. Dopo la morte sapemmo quanto si sia dedicato ai poveri, ai tossici che delinquevano allo Zen. In particolare ci commosse la morte per overdose di un giovane, che Nino aveva cercato e in qualche modo era riuscito a salvare in precedenza. Non si comportava da sbirro con i più deboli. Molti ragazzi dello Zen, dopo l’omicidio sono venuti a incontrarci: “Suo figlio ha lasciato un segno in questa zona. Non è mai stato altezzoso.
I genitori di Nino hanno percorso qualsiasi strada pur di ottenere giustizia da quello Stato per il quale il loro figlio ha consapevolmente sacrificato la vita, il padre ha promesso di non tagliare più la propria barba bianca fino a che non otterrà quello che gli spetta “giustizia per suo figlio Nino, la nuora Ida e il bambino mai nato”.
Vicenda giudiziaria
Vincenzo trovò nel portafoglio del figlio, che gli avevano consegnato un biglietto scritto da Nino: "Se dovesse succedermi qualcosa, guardate dentro il mio armadio". Toccò a Flora il compito di accompagnare gli agenti a casa di Nino e Ida per la perquisizione. Continuavano a chiederle delle relazioni sentimentali di Nino, che per un certo periodo era stato fidanzato con una ragazza di famiglia mafiosa. Le indagini subito si concentrarono sulla pista passionale. Dei documenti e delle carte di Nino prese dal suo armadio, la famiglia non ha mai saputo più nulla. Furono portate via dagli agenti.
Perché la mafia vuole ucciderlo allora se tutti i suoi superiori dichiararono che non era impegnato in nessuna indagine antimafia?
Tante sono state le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sul delitto Agostino e di sua moglie, ma le circostanze legate al duplice omicidio sono tuttora ignote. Negli ultimi anni sono state ricollegate all'attività di intelligence svolta da Agostino al servizio dello Stato contro Cosa nostra.
La gravità del duplice omicidio sta nel coinvolgimento di uomini di mafia e uomini dello Stato. Una storia di depistaggi durata decenni. Si sono tenuti importanti incidenti probatori come l’esame dei pentiti Vito Lo Forte e Vito Galatolo, e il confronto all’americana tra il padre di Nino Agostino e l’ex poliziotto Giovanni Aiello. E’ stato proprio Vincenzo Agostino a riconoscere l’uomo che qualche giorno prima dell’omicidio sarebbe andato a cercare Nino a casa del padre, circa venti giorni dopo il fallito attentato dell’Addaura al giudice Falcone. Ma Aiello nel 2017 è morto per un improvviso malore senza mai raccontare nulla.
Dopo 31 anni dal loro omicidio, sembra finalmente aprirsi uno spiraglio sulla verità del loro omicidio. La Procura generale di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio dei boss Antonino Madonia, Gaetano Scotto e di Francesco Paolo Rizzuto, un amico dell'agente ucciso, ancora minorenne all’epoca dei fatti. I primi due rispondono di duplice omicidio, il terzo di favoreggiamento aggravato.
Particolarità è l’assoluta carenza di circolazione di notizie all’interno di Cosa nostra. La frammentarietà delle notizie tipica dei delitti che l’organizzazione commette su richiesta altrui.
Memoria viva
In tutti questi anni, i familiari di Nino non si sono mai fermati nella loro ricerca della verità, girando tutta l’Italia per incontrare giovani e adulti. E diversi sono i Presidi di Libera che hanno adottato la storia di Nino e Ida e intitolandolo a loro: quello di Omegna, del Ponente Savonese, della Valle Camonica e di La Spezia nel nord Italia. Così come il Presidio di Messina è dedicato alla loro memoria.
A Palermo è stata dedicata a Nino e Ida la Biblioteca sociale di via Sgarlata, uno spazio per contrastare la mentalità mafiosa attraverso la cultura e i libri.
Nel 2019, a 30 anni dall’omicidio, la giornalista Antonella Beccaria ha realizzato un audio documentario dal titolo “Oltre la morte”.
Il 21 marzo 2022, in occasione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, è uscito nelle sale “Io lo so chi siete”, il film-documentario firmato da Alessandro Colizzi e Silvia Cossu che narra la storia di Vincenzo Agostino, un uomo che da trent'anni si batte per conoscere la verità sull’uccisione del proprio figlio e della nuora.
Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo.