Che bella che era Ida, con quei suoi grandi occhi azzurri ed espressivi e i suoi capelli castani. Sorrideva sempre, un sorriso che trasmetteva dolcezza e faceva sentire chiunque a proprio agio e accolto.
Le piaceva studiare, conoscere la storia delle civiltà passate, la Grecia e così si iscrisse al liceo classico. Voleva continuare a studiare per diventare un'insegnante. Tutte le settimane svolgeva il volontariato all’istituto Villa Nave di Palermo, lei amava occuparsi degli altri e condividere con chi è meno fortunato ciò che aveva. Villa Nave è uno storico istituto, che ha ospitato e continua farlo, minori con disabilità. Ida regalava a quelle bambini il suo tempo e la sua dolcezza. Un giorno regalò anche una collana che indossava a una delle bambine. Era fatta così, non ci pensava due volte a privarsi di qualcosa di suo che poteva rendere felice gli altri.
L’incontro con Nino
Erano i primi giorni di agosto del 1986. Finalmente l’estate e il tempo per divertirsi. Tempo da trascorrere con le amiche, come Flora. Così, durante la festa per i 15 anni di Flora, Ida conobbe il fratello, Nino, un poliziotto. Il carattere estroverso di Nino non le andava molto giù, era il continuo bersaglio delle sue battute. Ma piano piano, questo ragazzo si fece strada nel suo cuore. E se ne innamorò. Aspettarono che Ida finisse la scuola e poi decisero che insieme avrebbero costruito il loro futuro. Si sposarono dopo che Ida ebbe dato il suo esame di maturità.
Era il 1 luglio del 1989. Ida aveva solo 19 anni, ma la forza e la determinazione di una donna. Si sentiva una principessa quel giorno indossando l'abito bianco, accanto all'uomo che amava. Il vestito da sposa glielo aveva cucito Augusta, la mamma di Nino. Al collo il filo di perle che le aveva regalato Nino. Pronti a promettere di amarsi per sempre. "Finché morte non ci separi". La voce le tremava mentre pronunciava il giuramento, cercando con lo sguardo quello dell'uomo che aveva scelto, per sentirsi subito rassicurata e felice. Era questo il giuramento che si erano fatti, senza sapere che quel momento sarebbe arrivato così presto.
Partirono subito per il viaggio di nozze: la Grecia. Proprio perché Ida aveva studiato l’antica civiltà greca, decisero di visitare Atene.
Aspettavano un bambino, Ida era incinta di pochi mesi. Erano così felici e ansiosi per ciò che stava per accadere alle loro vite, un figlio che avrebbero amato più di qualsiasi cosa.
Avevano scelto di andare a vivere ad Altofonte, vicino Villagrazia di Carini.
Il 5 agosto del 1989
Flora compiva 18 anni il 6 agosto del 1989. Avevano in programma una giornata di festa nella casa dei genitori di Nino a Villagrazia di Carini, ma la sera del 5 sarebbero andati insieme in discoteca a festeggiarla. Erano appena tornati dal viaggio di nozze e non vedevano l'ora di riabbracciare tutti. Nino aveva finito di lavorare alle 14 e subito avevano deciso di raggiungere la famiglia al mare. Solo una breve sosta dal fotografo per ritirare l'album di nozze. Nino e Ida erano andati dalla vicina di casa dei suoi genitori per mostrarle le fotografie. Stavano rientrando nel silenzio di quel caldo pomeriggio estivo e appena arrivati davanti al cancello della villetta, due uomini a bordo di una moto di grossa cilindrata, si avvicinarono alla coppia e iniziarono a sparare per uccidere, colpendo Nino. Ida non si spaventò, tornando indietro con la forza della disperazione per cercare di salvare suo marito. E' così che vide i due assassini, urlando loro "Io so chi siete”. Loro si che avevano paura di questa donna, e senza nessun ripensamento le spararono, uccidendo lei e il bambino che aveva in grembo. Inutile fu la folle corsa in ospedale nel tentativo di salvare Ida.
I funerali dei giovani sposi furono celebrati il 10 agosto. Anche i giudici Falcone e Borsellino sentirono il dovere di esserci.
Vicenda giudiziaria
Le circostanze legate al duplice omicidio sono ancora ignote, ma negli ultimi anni sono state ricollegate all'attività di intelligence svolta da Agostino al servizio dello Stato contro Cosa nostra. I genitori dell'agente Agostino hanno percorso qualsiasi strada pur di ottenere giustizia da quello Stato per il quale il loro figlio Nino ha consapevolmente sacrificato la vita, il padre ha promesso di non tagliare più la propria barba bianca fino a che non otterrà giustizia. Una storia di depistaggi durata decenni quella sulle indagini per la morte di Nino e Ida. Si sono tenuti importanti incidenti probatori come l’esame dei pentiti Vito Lo Forte e Vito Galatolo, e il confronto all’americana tra il padre di Nino Agostino e l’ex poliziotto Giovanni Aiello. E’ stato proprio Vincenzo Agostino a riconoscere l’uomo che qualche giorno prima dell’omicidio sarebbe andato a cercare Nino a casa del padre, circa venti giorni dopo il fallito attentato dell’Addaura al giudice Falcone. Ma Aiello nel 2017 è morto per un improvviso malore senza mai raccontare nulla.
Dopo 31 anni dal loro omicidio, sembra finalmente aprirsi uno spiraglio sulla verità del loro omicidio. La Procura generale di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio dei boss Antonino Madonia, Gaetano Scotto e di Francesco Paolo Rizzuto, un amico dell'agente ucciso, ancora minorenne all’epoca dei fatti. I primi due rispondono di duplice omicidio, il terzo di favoreggiamento aggravato.
Memoria viva
In tutti questi anni, i familiari di Nino non si sono mai fermati nella loro ricerca della verità, girando tutta l’Italia per incontrare giovani e adulti, e lo hanno fatto anche per Ida, raccontando di lei e della sua gioia di vivere.
E diversi sono i Presidi di Libera che hanno adottato la storia di Nino e Ida e intitolandolo a loro: quello di Omegna, del Ponente Savonese, della Valle Camonica e di La Spezia nel nord Italia. Così come il Presidio di Messina è dedicato alla loro memoria.
A Palermo è stata dedicata a Nino e Ida la Biblioteca sociale di via Sgarlata, uno spazio per contrastare la mentalità mafiosa attraverso la cultura e i libri.
Nel 2019, a 30 anni dall’omicidio, la giornalista Antonella Beccaria ha realizzato un audio documentario dal titolo “Oltre la morte”.
Il 21 marzo 2022, in occasione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, è uscito nelle sale “Io lo so chi siete”, il film-documentario firmato da Alessandro Colizzi e Silvia Cossu che narra la storia di Vincenzo Agostino, un uomo che da trent'anni si batte per conoscere la verità sull’uccisione del proprio figlio e della nuora.
Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo.