Parole di memoria

Non smettere di illuminare i miei passi. Il ricordo di Palma Scamardella

Non smettere di illuminare i miei passi. Il ricordo di Palma Scamardella

di Emanuela Sannino

Ciao mamma, oggi ricorre il tuo 23° anniversario, ma non del tuo matrimonio o qualcosa da festeggiare insieme, bensì, della tua scomparsa... perché quel 12 dicembre del 1994 quel poco di buono scelse di impugnare una pistola per uccidere, non eri tu il bersaglio a cui doveva essere destinato, bensì un altro poco di buono che stava vicino casa nostra. Ma ci sei capitata tu di mezzo, senza volerlo, portandoti via da tutti noi, dalla tua famiglia, dai tuoi affetti.

La Camorra ha toccato anche noi, noi che con questa merda non c’entravamo nulla. Ed anche la legge ci è testimone, riconoscendoti vittima innocente di camorra.

Mamma solitamente ti parlo, oggi sono qui a scriverti in quanto il mio impegno e l’impegno di tua sorella Maria nasce nel tuo nome, facendo memoria, raccontando di te nelle scuole, alla gente, affinchè il tuo sacrificio non sia stato vano. Puntiamo all’empatia e alla sensibilità delle persone, affinchè possano ricordarsi di te e scegliere da che parte stare, nel loro quotidiano, attraverso piccole azioni di legalità.

Nel nostro piccolo, in tua memoria abbiamo deciso di finanziare delle borse di studio, perché crediamo che la cultura sia la via maestra per contrastare questo sistema che non ci appartiene.

Mamma la camorra portandoti via da tutti noi, ha portato via anche la nostra famiglia, tutto è andato perduto, ma grazie a Maria, la tua unica sorella, la tua spalla, la tua forza e a Gennaro suo marito, sono cresciuta. Nonostante il calvario, le lotte e tutto ciò che hanno dovuto affrontare, mi hanno accudita nel migliore dei modi. Nonostante tutto il mio equilibrio, oggi, lo devo soprattutto a loro e al tuo amore che nel tempo non è mai sfumato ed è soprattutto grazie a esso che ho imparato a perdonare l’uomo che hai amato, protetto e sostenuto. Per tanto tempo non mi capacitavo per quale motivo tu l’avessi scelto, poi ho capito, la chiave è sempre la stessa, l’amore. Anche se a oggi non condivido tante sue scelte, nel tuo amore l’ho perdonato, ma aiutaci tu che puoi, me in particolar modo, illumina la mia mente laddove possa commettere qualche errore, anche nel poter dire qualche parola a chi ci cammina di fianco o chi solo incrocia i nostri passi.

Mamma ti chiedo scusa se per tanto tempo non ho voluto che si parlasse di te, se mi rifiutavo di ascoltare anche il tuo nome, perché egoisticamente pensavo che certe emozioni potessi provarle solo io ed era un qualcosa che riguardasse solo me. E non so per quale motivo a modo mio cercavo di farmi passare quel che ha segnato noi tutti per sempre, poi grazie all’ascolto di storie simile alla nostra, strada facendo, qualcosa in me è cambiato e ho capito che non ero solo io a vivere certi sentimenti. Grazie all’associazione Libera ho capito l’essenza della condivisione e oggi mi ritrovo qui, a parlare di te, di te che non ho ricordi perché ero ancora troppo piccola per poterne avere. E forse è la cosa che più mi fa male perché sei stata la persona che più mi ha voluta e amata e che nonostante tutto il tuo amore lo ritrovo in chi ha incrociato i tuoi passi, parlandomi di te, raccontandomi di quanto tu fossi amorevole verso il prossimo in particolar modo verso i bambini, di quanto tu fossi solare, ironica e che più di tutto amavi la vita, le cose semplici, la genuinità.

Mamma troppe cose ci sono state negate, ma un giorno ci rincontreremo, la figlia ritornerà dalla madre e allora si che sarà festa ma fino a quel giorno tu non smettere di illuminare i miei passi, so che ci sei anche se non posso vederti, ma ti sento, nei momenti bui, ti sento. Ciao mamma.