Piazza don Pino Puglisi
di don Giorgio De Checchi
Piazza don Pino Puglisi.
E' la piazza su cui si affaccia la “mia” Chiesa.
Dal 2006 guardando dalla finestra del mio ufficio vedo l’indicazione: “Piazza Pino Puglisi”.
Faccio il parroco di questo quartiere, mi è difficile non imbattersi più e più volte con “questa memoria”.
Come non bastasse, per terra, a lato delle due insegne, due targhe in metallo con la scritta:
“Non sono un biblista, non sono un teologo, né un sociologo, sono soltanto uno che ha cercato di lavorare per il Regno di Dio”.
Padre Pino Puglisi è il primo martire, ad ora riconosciuto della Chiesa, ucciso dalla mafia.
Martire, ucciso “in odium fidei”. Una nota non di poco conto.
Chi uccide colui che si batte per il diritto all’educazione, il diritto al gioco, il diritto a relazioni umane improntate sul rispetto e la giustizia, uccide in odio alla fede!
Altro non può fare la fede se non promuovere la vita in tutte le sue forme, in tutte le sue sfumature, in tutte le sue declinazioni… altrimenti non è fede.
Non è fede in Colui che ha dato la sua vita, perché noi avessimo consapevolezza di quanto è preziosa la nostra umanità.
Raccontano di un suo sorriso verso chi l’ha ucciso, raccontano delle sue ultime parole “me l’aspettavo…”.
Padre Pino ha dato la sua vita perché noi potessimo mai dimenticare quanto vale la vita dei ragazzi del suo quartiere, la vita dei ragazzi in ogni quartiere del mondo.
Il martirio di don Pino continua a ricordare che ogni genere di mafia è contro la vita degli uomini e delle donne, quindi è contro Dio.
Il santuario principale di Pino Puglisi sarà edificato su terreni confiscati alle organizzazioni mafiose.
Speriamo.
Sia presto.
Come vorrei che “la mia Chiesa” si rispecchiasse sempre su (piazza) Pino Puglisi.