Parole di memoria

23 dicembre 1978. La Strage di Punta Raisi

23 dicembre 1978. La Strage di Punta Raisi

Freddo e tranquillo in una notte d’inverno

Squarci il mio velo creando l’inferno.

 

Tu. Bara di ferro perché inquini le mie acque?

La strada è segnata. Perché cambi rotta?

Ed ora ti schianti e non solo l’ala è rotta.

 

Sento il tuo grido freddo e spaventato

Dentro le mie acque sei entrato.

 

Rosso sparso. Anime disperate.

Perché le motovedette non sono arrivate?

E tu, che ti sei salvato, non ti senti in colpa per il tuo reato?

 

Aspettano invano il vostro arrivo

Del vostro calore mi sento privo.


Questa poesia gli studenti dell'Istituto Margherita di Palermo hanno voluta dedicarla alle vittime della strage di Punta Raisi del 23 dicembre 1978 in occasione dell'inaugurazione a Palermo della mostra sulla Strage.

La notte del 23 dicembre 1978 volo di linea AZ 4128 dell'Alitalia in viaggio da Roma Fiumicino a Palermo scompare dai radar.

Delle centoventinove persone a bordo, solo ventuno riusciranno a salvarsi. Nuoteranno nelle gelide acque del mare antistante l'aeroporto Punta Raisi e troveranno riparo su alcuni pescherecci presenti in zona, i primi a prestare soccorso.

Per le altre centotto persone a bordo, trascorse quattro ore di attesa per i soccorsi ufficiali, non ci sarà nulla da fare.

Sulle cause della tragedia non si arriverà mai ad una univoca ricostruzione dei fatti - nonostante le commissioni di inchiesta. Verrà attestato soltanto il mal funzionamento di alcuni impianti per l'atterraggio e il guasto delle motovedette. A essere condannati saranno solo i piloti (entrambi deceduti).

Le ricerche del relitto e dei corpi in mare, chiuse a gennaio del 1979 lasciano 17 passeggeri dispersi.

Credo che tutti noi abbiamo il dovere della memoria, ne abbiamo la responsabilità. Dobbiamo chiedere verità e giustizia. Il Natale è una festa della giustizia, non dimentichiamolo.
Luigi Ciotti - anniversario del 23 dicembre 2010