Parole di memoria

#costruiamomemorie Marielle Franco. IO sono perchè NOI siamo

#costruiamomemorie Marielle Franco. IO sono perchè NOI siamo

Dalla Colombia andiamo più a sud, ci spostiamo in Brasile dove solo nel 2017 sono stati uccisi oltre 70 persone tra difensori e difensore dei diritti umani. Un Paese con un tasso di disoccupazione di circa 13,7 %, praticamente 14 milioni di abitanti sono senza lavoro. Coloro che difendono i diritti umani e quanto può considerarsi parte del “bene comune” come ad esempio il diritto a un ambiente salubre o coloro che si oppongono alla speculazione edilizia, sono sistematicamente perseguitati.
Una storia emblematica attraverso la quale possiamo conoscere qualcosa in più sui problemi del Brasile è quella della vita e delle battaglie di Marielle Franco.
Afrobrasiliana, Marielle era nata nella favela di Maré ed era un’attivista per i diritti umani e delle persone lgbt, si batteva in prima linea per denunciare gli abusi della polizia e le esecuzioni extragiudiziali e per difendere i diritti delle donne nere, dei giovani nelle favelas e di altre comunità emarginate. Marielle sentiva fortemente il senso di appartenenza e di comunità, aveva una visione sempre collettiva e mai individualista, sentimenti che trasmetteva con una frase che ripeteva di sovente: «Eu sou porque nos somos» .
Era membro del Partito Socialismo e Libertà e nel 2016 era stata eletta al Consiglio comunale di Rio de Janeiro. È stata uccisa all’età di 38 anni nel quartiere Estacio di Rio de Janeiro la notte tra il 14 e il 15 marzo 2018 insieme al suo autista Anderson Pedro Gomes. Nell’agguato è rimasto ferito anche un addetto stampa. Quella sera Marielle era appena stata a un dibattito promosso dal suo partito presso la Casa das Pretas (Casa delle donne nere) a Lapa per affrontare il problema della violenza contro le donne afroamericane nelle favelas. Sul luogo dell’omicidio sono stati trovati nove bossoli calibro 9. Secondo i rilievi balistici, i colpi sono andati quasi tutti a segno e pertanto gli investigatori ritengono che a sparare siano stati sicari esperti. Una fonte della polizia di Rio, citata dalla Tv Globo, ha rivelato che i proiettili usati per uccidere la consigliera comunale provengono da un lotto venduto dall’azienda CBC alla polizia federale di Brasilia nel 2006.
Marielle ha sempre denunciato le violenze criminali sul suo territorio ed era nel pieno della sua ascesa politica, grazie al suo impegno e al suo coraggio. Pochi giorni prima della sua uccisione aveva accusato ancora una volta pubblicamente le azioni violente di reparti della polizia militare, in particolare nella favela di Acari, dove era rimasto ucciso Matheus Melo, l'assistente di un sacerdote denunciando su twitter: "Quanti devono ancora morire prima che questa guerra finisca? "
Un anno dopo l’assassinio sono stati arrestati due ex agenti della polizia militare con l’accusa di essere coinvolti. Secondo le indagini, Ronnie Lessa, agente in pensione, sarebbe la persona che ha sparato, mentre Elcio Vieira de Queiroz avrebbe guidato l’auto da cui sono stati esplosi i colpi.
Non è ancora stata raggiunta né verità né giustizia e l’associazione Amnesty International, insieme alla compagna di vita Monica e agli altri familiari, continua a chiedere un’indagine indipendente per far luce sulle vere responsabilità di questa morte.


Per approfondimenti:
Camilla Desideri, L’omicidio di Marielle Franco risveglia la società brasiliana
https://www.destakjornal.com.br/cidades/rio-de-janeiro/detalhe/casa-das-pretas-convoca-protesto-pelo-assassinato-de-marielle
https://www.greenpeace.org/italy/storia/1806/mariellepresente/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/28/rio-de-janeiro-lomicidio-dellattivista-marielle-franco-e-quei-legami-tra-i-presunti-assassini-e-il-figlio-di-bolsonaro/4929977/
https://www.repubblica.it/esteri/2019/10/04/news/brasile_bolsonaro_omicidio_marielle_franco_attivista-237693572/


#costruiamomemorie

Da questi Ponti internazionali di memoria nasce l’idea di avviare una nuova narrazione periodica attraverso la quale, vogliamo avvicinare il lettore alle storie, i volti e le speranze delle vittime straniere, per far conoscere più a fondo i diversi contesti umani, sociali e politici in cui vengono perpetrate le violenze criminali, ma soprattutto si continua a lottare con coraggio e determinazione per verità e giustizia. 

http://vivi.libera.it/schede-184-ponti_di_memoria