Nicolò Azoti
Nel giorno del suo 72^ anniversario pubblichiamo una biografia di Nicolò Azoti, scritta da sua figlia Antonina a cui rinnoviamo il nostro affetto.
Dedichiamo il nostro impegno per costruire quotidianamente una memoria viva a Nicolò e a tutti i sindacalisti che si sono battuti per i diritti dei lavoratori ponendosi in contrasto con le mafie e per questo uccisi senza pietà.
Nicolò Azoti nacque a Ciminna (PA) il 13 settembre del 1909, da Melchiorre e Orsola Lo Dolce ed era quarto di sette figli.
Nel 1917, quando la sorella maggiore Ninetta fu chiamata a svolgere la professione di ostetrica a Baucina, tutta la famiglia si trasferi' nel vicino paese, mettendo radici nella nuova residenza.
Nel 1918 il padre morì e Nicolò era un bambino di soli nove anni. Nonostante la giovanissima età, era già in grado di eseguire brani da solista ed il maestro della banda musicale di Baucina, Antonino Genovese, doveva tenerlo alto sulle sue braccia perchè Nicolò raccogliesse gli applausi del pubblico incredulo.
Si dedicò con passione al suo lavoro di ebanista, attività che gli permetteva di vivere e di esprimere la sua creatività.
Era un uomo eclettico e ricco di interessi: musica, lirica, sport, caccia, lavoro e amici riempivano la sua vita.
Partecipò alla seconda guerra mondiale e alla guerra d'Africa.
Nel 1939 sposò Antonina Mauro, da cui ebbe due figli: Pinuccio e Antonina. Fu proprio in quegli anni, in quei difficili anni '40 che il suo impegno si concentrò sulle condizioni di vita dei contadini, miseri, affamati, sottomessi, costretti a lavorare fino a 14/16 ore al giorno per una pagnotta o un piatto di minestra, mai sufficiente a saziare la fame. Per loro voleva condizioni migliori e leggi giuste che riconoscessero e garantissero lavoro, diritti e dignità fino ad allora calpestati.
Divenne Segretario della Camera del Lavoro di Baucina, fondò l'Ufficio di Collocamento, e costituì la cooperativa agricola S.Marco che in virtù di una legge nazionale, i Decreti emanati dal Ministro per l'Agricoltura Fausto Gullo, il 19 ottobre 1944, ebbe assegnati 180 Ha di terra dei feudo Traversa. Una vittoria per i contadini, e l'inizio del tanto auspicato riscatto! Ma un'insidia pericolosa ed un affronto imperdonabile per il sistema e gli equilibri da secoli consolidati, a garanzia degli agrari e della mafia del feudo che ricorsero alla violenza a mano armata. E come era successo e sarebbe accaduto ancora per altri dirigenti sindacali, Nicolò venne colpito a morte la notte del 21 dicembre del 1946, mentre dalla Camera del Lavoro faceva ritorno a casa, in compagnia di due amici. Aveva 37 anni, la moglie 31, Pinuccio 6, Antonina 4 anni.