Donata Lombardi nasce il 6 Agosto del 1957. In famiglia, unica figlia femmina, la chiamano teneramente Titina. A Donata piace andare a scuola e coltiva la passione per il ricamo. A 18 anni conosce quello che di lì a poco sarà suo marito. Il marito di Donata trova lavoro in Fiat ed emigrano a Torino, più precisamente a Carmagnola. Dopo un paio d’anni dal matrimonio, nascerà Isabella. A causa dell’improvviso licenziamento del marito, Donata e la sua famiglia tornano a Ceglie Messapica, con le preoccupazioni dei tempi difficili da attraversare. Tornata in paese, Donata si confronta con le sue vicine di casa, Pompea e Lucia, e inizia ad andare a lavorare in campagna per 6/7 mila lire a giornata. Donata lavorerà per 15 giorni.
Pompea Argentiero nasce il 1 Marzo del 1964. Spicca per la sua voglia di indipendenza dalla famiglia d’origine, molto curiosa di imparare e istruirsi. Frequenta la scuola elementare rurale, superando le prime avversità di un padre troppo apprensivo. A 15 anni decide di andare a lavorare fuori casa per aiutare la famiglia e per costruirsi una minima indipendenza economica. A 16 anni sogna il suo futuro, anche con qualche velleità legata alla giovane età. Pompea è solare e sempre allegra.
Lucia Altavilla nasce il 26 Novembre del 1963. É allegra e incline allo scherzo. Seconda di sei figli, è molto legata alla sua famiglia. Inizia a lavorare appena terminata la scuola dell’obbligo. Sogna di sposarsi e mettere su famiglia.
19 maggio 1980
Da Ceglie Messapica, ogni notte le ragazze partivano con mezzi stracolmi alle 02:30/03:00 della notte. Quel giorno, nel viaggio di ritorno dalla raccolta delle fragole nel metapontino, Donata, Pompea e Lucia erano insieme ad altri braccianti e ai loro caporali nel Ford Transit, che attraversava la superstrada Grottaglie - Brindisi. Il Ford Transit era un 9 posti occupato da più di 16 persone, sedute una con le gambe sull’altra. Pompea si sedette sul lato destro, appoggiata al finestrino. Lucia era seduta vicino allo sportello destro. Più in là Donata. Le braccianti erano stanche, sfiancate dalla fatica.
Il caporale alla guida tenta un sorpasso azzardato che provoca un tragico incidente. Il Ford Transit si scontra con un camion. Pompea e Lucia muoiono sul colpo. Donata viene trasportata all’ospedale di Taranto, dove morì poco dopo.
Vicenda giudiziaria
Il caporale che guidava il pulmino, Giorgio Albanese, 30 anni, si costitutì ai carabinieri di Ceglie. Il processo si concluse con una condanna per omicidio stradale (diventato reato penale dal 2016) con la condizionale, per cui rimase in libertà. Nel corso del processo, non fu preso in considerazione il reato di “intermediazione sul lavoro”, che avrebbe intaccato il sistema di reclutamento illegale della manodopera.
Memoria viva
Dopo quella tragica giornata, tantissime sono state le testimonianze di rabbia e dolore della cittadinanza, tante le manifestazioni di piazza organizzate dai sindacati.
Il 23 maggio del 1980, sul palco della manifestazione sindacale in memoria delle tre donne, Vita Argentiero, la sorella 18enne di Pompea, pronunciò un coraggioso e drammatico discorso, nel quale denunciava con forza il sistema di sfruttamento del caporalato e esortava le braccianti a unirsi per “iniziare ad affermare un nuovo modo di vivere”:
(…) Il nostro modo di vivere è disumano, si percorrono ogni giorno centinaia di chilometri, senza conoscere neanche l’azienda dove si lavora, con i caporali che ci maltrattano, ci ricattano, a volte abusano di noi…Per questo voglio dire che dobbiamo essere sempre più unite, perché da questo incidente che ha straziato le nostre famiglie, deve venire più forza in noi per poter sconfiggere non solo i caporali, ma anche i padroni delle aziende dove andiamo a lavorare.
Dopo più di 30 anni dalla morte di Pompea, Lucia e Donata, e dopo numerose altre morti di braccianti, il 29 Ottobre del 2016 viene legiferata finalmente la L. 199/16, in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura.
Nel marzo 2018, alla memoria di Lucia, Donata e Cosima, è stato dedicato l’opuscolo "La terra che (non) tace", curato da Gabriella Ciccarone, Vita Maria Argentiero, Emilia Urgesi e dai volontari del Presidio di Libera di Ceglie Messapica.
Non si può morire a diciott'anni,
interrompere la corsa sul prato appena iniziata.
(...) Non si può morire a diciott'anni
in un giorno radioso di maggio festante,
inneggiante alle falci
ai martelli
alle mani sudate
alle menti impegnate
e morire di caporalato
con l'odore dell'erba sul viso
alla prima nota d'un canto spiegato
per quel pugno di fragole
rosse rosse
nel più rosso del sangue!…