Parole di memoria

Hyso Telharaj, il riscatto degli ultimi

Hyso Telharaj, il riscatto degli ultimi

La storia di Hyso è sempre stata cara a noi tutti di Libera, anche se ne sapevamo poco. Se non che l’8 settembre del 1999 questo ragazzo albanese muore a soli 22 anni, perché aveva avuto il coraggio di pronunciare un no, un no forte al sopruso e alla violenza dei caporali. Il suo nome diventa un simbolo e viene scelto nel 2004 per dare il nome al primo vino prodotto sui terreni confiscati alla mafia nel brindisino dalla Cooperativa Terre di Puglia - Libera Terra e dal presidio di Libera di Cerignola, a cui lo stesso è intitolato. Un nome che vuole comunicare un messaggio diverso, che vuole raccontare una scelta in una terra ancora afflitta da una forma di schiavitù moderna, che fa paura e che uccide.

Hyso parte dall’Albania con il sogno di studiare e diventare un geometra. Inizia a lavorare alla raccolta dei pomodori tra Cerignola e Borgo Incoronata per mettere da parte i soldi. Ma Hyso, sempre gentile con tutti, sempre allegro, non sa che la vita dei braccianti agricoli pugliesi è scandita da regole ferree, che non si può sfuggire a un sistema di controllo quale il caporalato che impedisce di scegliere per sé. E così si rifiuta di cedere ai ricatti dei caporali e di consegnare parte dei suoi guadagni. Non si rende conto del pericolo, quasi sicuramente non sa che il suo gesto è un atto di rottura e che non può passare il messaggio che qualcuno si ribella a chi comanda. La sera del 5 settembre 1999, è in Italia da pochissimi mesi, viene avvisato che le persone a cui si è opposto stanno venendo a cercarlo nel casolare in cui vive, nelle campagne vicino a Borgo Incoronata. Qualcuno gli suggerisce di fuggire, ma lui non lo fa. Morirà pochi giorni dopo, l’8 settembre, dopo tre giorni di agonia perchè ferito a morte dai caporali.

 

Aveva due profondi occhi neri Hyso e un sorriso che si allargava su tutto il suo volto. Un ragazzo giovane e pieno di vita, ricco di sogni e progetti che qualcuno la sera del 5 settembre 1999 ha deciso di spezzare. Ed è grazie all’incontro con i suoi fratelli, venuti in Italia, in Puglia, nel 2016 che abbiamo per la prima volta conosciuto la sua storia di vita. Ora Hyso ha per noi anche un volto perché la sua famiglia ci ha donato una fotografia. Non è più “solo” Hyso Telharaj, 22 anni, vittima di mafia. Ma Hyso, 22 anni, giovane albanese che ha portato le sue speranze in Italia, in una terra fertile ma amara, ed è stato ucciso dai caporali perché si è ribellato alle dinamiche che tanti, troppi altri inermi braccianti, sono stati costretti ad accettare e continuano a farlo.

...Eppure oggi tu sei stato il riscatto degli ultimi perché non solo
hai dovuto alzare la testa, ma hai anche voluto...ora te lo
riconoscono in tanti. E in tanti ci sono vicini a ricordare chi è
morto innocente per mafia.
tratto da "Hyso che non doveva" di Francesco Minervini - Non a caso, La Meridiana 2017

L'8 settembre in Puglia Hyso verrà ricordato con due iniziative che ci aiuteranno ad affermare, ancora una volta, quanto lui e la sua storia abbiano da raccontarci.

 

Presentazione del libro "Non a caso", ricordando Hyso Telharaj - Sabato 9 settembre a Cerignola

"In memoria di Hyso Telharaj, vittima innocente di mafia" - Venerdì 8 settembre a Mesagne