Il senso dello Stato, 35 anni fa la Strage di via Carini
di Nando dalla Chiesa
Perché? Me lo chiedono spesso: perché un uomo come suo padre, con le sue capacità e il suo coraggio, ha dovuto superare tanti ostacoli e umiliazioni dentro lo Stato? La chiusura del nucleo antiterrorismo dopo i primi successi, le malevolenze e le ostilità nei vertici dell’Arma, in ultimo l’isolamento drammatico contro la mafia…A questa domanda io rispondo che la sorte di mio padre è la stessa che viene riservata in tante occasioni a chi interpreta “troppo bene” il senso dello Stato. Ci ho riflettuto spesso. Si è mai vista la mafia emarginare un capo perché interpreta troppo bene i “valori” e i compiti mafiosi? Ecco, le istituzioni invece lo fanno. Con chi obbedisce lealmente alle leggi, non si accomoda, e crede di dovere davvero difendere lo Stato a ogni costo. La parabola di Falcone e Borsellino fu più lunga, parlo solo della Sicilia, ma non molto diversa dalla sua.
Se infatti contrastare un nemico mortale chiede un salto di efficienza e responsabilità, una maggiore intransigenza rispetto alle pigrizie e ai compromessi, allora al nemico mortale si aggiungono non solo i complici, ma anche chi difende i suoi ingiusti vantaggi, il suo diritto alla pavidità, chi si sente minacciato nei propri piccoli o grandi poteri, e in più il grande popolo degli invidiosi. Mio padre ha dovuto combattere più nemici mortali. Basta tirare le somme.
Anche da questo dovremmo imparare per combattere meglio la mafia. Per diventare società civile in tutti i sensi.