Voci di donne. Dalla violenza all'impegno: storie al femminile per costruire cambiamento
di Giulia Piazza
Voci che narrano storie, donne che si alzano dal silenzio dell'omertà, voci di donne che sollecitano una presa di coscienza collettiva contro la cultura della violenza.
Saranno proprio le voci delle donne messe a tacere dalla violenza mafiosa che riprenderanno vita nel corso del progetto "Dalla violenza all'impegno: storie al femminile per costruire cambiamento".
Un progetto promosso dall’IISIS Leonardo da Vinci di Firenze e Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie in collaborazione con il Dipartimento delle Pari Opportunità.
Il primo appuntamento nazionale, rivolto ad animatori della rete di Libera, docenti e familiari delle vittime innocenti, si terrà a Firenze il 19 maggio. Si configura come primo momento di riflessione di un progetto che si concluderà a novembre 2017 con la realizzazione di un e-book, all’interno del quale raccogliere e custodire storie di impegno femminile contro la violenza di genere e mafiosa.
Nel corso di questo primo incontro si cercheranno di rintracciare non solo le molteplici dimensioni della violenza nei confronti delle donne, ma soprattutto si individueranno gli elementi comuni ai fenomeni di aggressività. Si avrà cura di cogliere i nessi tra la violenza sulle donne e il contesto sociale e culturale in cui le varie forme di mancanza di rispetto si declinano e si consolidano. La femminilità assume i colori della rottura con l'universo mafioso del silenzio arrivando a rappresentare un modello di vita e di scelta alternativo e così, al tempo stesso, diventa elemento di continuità tra vita e morte, tra impegno stroncato e impegno attuale.
La voce della memoria sarà affidata alle madri, sorelle e figlie: donne, che dopo aver subito una perdita a causa delle mafie, forniranno la testimonianza del loro esempio concreto di vita e antimafia. Tale scelta si pone in un’ottica volta a intraprendere percorsi di formazione di rottura dello stereotipo della donna vista come vittima fragile. Per iniziare a dire grazie a quelle donne che per prime hanno osato alzare la propria voce, per restituire dignità a chi scegliendo la libertà e l'impegno nella vita ha trovato la morte e per dare valore a chi, testimoniando la propria scelta di vita, costruisce ogni giorno cambiamento.