Sventurata la terra che ha bisogno di eroi. In ricordo di Antonio Sottile e Alberto De Falco
di Tea Sisto
“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”. Scrisse Bertolt Brecht. La terra di Brindisi, con il suo popolo che aveva già pianto molte vittime innocenti della Sacra Corona Unita e che, annichilita da quella stessa mafia, non voleva più versare lacrime, 20 anni fa, il 23 febbraio del 2000, si ritrovò in casa altri due eroi, “giovani e belli”, come da molta letteratura poetica e musicale. Erano il vicebrigadiere Alberto De Falco, calabrese di 33 anni e il finanziere scelto Antonio Sottile, 29 anni, casertano, entrambi brindisini di adozione, brindisini nel cuore. Il popolo di Brindisi non voleva altro sangue, altri eroi. Ma quella notte c’erano di pattuglia questi due ragazzi a bordo della piccola e vulnerabile Fiat Punto della Guardia di Finanza che incrociò, sulla strada statale per Bari, nei pressi del santuario della Madonna di Iaddico, una Range Rover di contrabbandieri, carica di casse di sigarette appena sbarcate sulle coste di Acque Chiare, a nord di Brindisi. Il mezzo blindato procedeva a fari spenti. Nella stessa piccola auto dei finanzieri c’erano il brigadiere Edoardo Roscica, 28 anni, di Catania, e l'appuntato Sandro Marras, 33 anni, cagliaritano. Il fuoristrada sterzò e si scagliò contro la Punto. De Falco e Sottile morirono sul colpo. I loro colleghi restarono gravemente feriti. La città rimase ammutolita, intontita dallo strazio. Un dolore che persiste ancora oggi, dopo vent’anni. Ma scattò, in quel terribile anno 2000, una voglia di riscatto e di giustizia. I killer furono arrestati, processati e condannati. Il governo inviò a Brindisi 2mila uomini per fermare i contrabbandieri. Nelle prime tre settimane dell’Operazione Primavera vennero arrestate 92 persone e altre 135 denunciate. Furono sequestrate oltre 8 tonnellate di sigarette di contrabbando, 44 fuoristrada blindati e armati di rostri, 500 chili di esplosivo, motoscafi, gommoni e armi. Con la fine del contrabbando di sigarette, la Scu aveva perso buona parte del suo potere economico e di controllo del territorio. Gli altri maxiprocessi fecero il resto. Ma, soprattutto, dopo il sacrificio di quei due eroi, di quei ragazzi vittime innocenti, si risvegliò la società civile di Brindisi. Un’onda lunga di consapevolezza e di ribellione alle mafie che dura ancora oggi con la nascita di associazioni e con l’impegno diretto di cittadine e di cittadini. Corone di fiori ogni anno vengono poste davanti al ceppo, che ricorda quei due ragazzi, a Iaddico e davanti alla lapide in pieno centro a Brindisi, nella piazzetta a loro intitolata. La memoria del passato è indispensabile per il presente e per il futuro di una comunità. “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”. E’ vero. Ma è anche vero che, nonostante la Direzione investigativa antimafia, nel suo ultimo rapporto semestrale, invita a non abbassare la guardia anche a Brindisi, perché la prima generazione della Scu continua a tentare di dettare legge dalle carceri (anche se con meno mezzi economici), perché il traffico di droga con l’Albania è ancora un business da contrastare, perché ci sono nuove leve di giovanissimi, schegge impazzite in cerca di potere, Brindisi e la sua provincia reagiscono mille volte più di vent’anni fa. E di certo questa terra non vuole più eroi sui quali versare lacrime.
A distanza di 20 anni il Presidio cittadino di Libera Brindisi, intitolato proprio ai due finanzieri vittime innocenti delle mafie, vuole coinvolgere la cittadinanza, le istituzioni e le realtà con cui ha collaborato in questi anni a fare memoria viva e a rinnovare l'impegno contro le mafie, per la libertà e la solidarietà. Per questo tutto il 23 febbraio sarà con noi don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera Contro le Mafie. Tutti i dettagli dell'iniziativa li trovate qui.