Gelsomina Verde. La libertà di poter scegliere
Il 21 novembre del 2004, a soli 22 anni, Gelsomina Verde viene torturata e uccisa da belve feroci per non aver rivelato ciò che non sapeva: il covo dove si nascondeva un esponente di un clan rivale con cui aveva avuto una brevissima relazione.
Vogliamo ricordarla attraverso il lavoro realizzato lo scorso anno dai ragazzi dell'Istituto Comprensivo “D. Alighieri” di Salzano (Ve), classe III C.
Stavo uscendo proprio in quel momento dalla pelletteria e mentre mi dirigevo alla mia auto riflettei su molte cose, tra cui mio fratello.
Di come era ferito dalle mie parole, quando insieme a mio padre lo andammo a trovare in prigione.
Entrai nell'auto, ma mi paralizzai quando vidi che due occhi mi osservavano da sopra una pistola che puntava alla mia testa.
I miei ricordi su come arrivai poi in quella stanza erano vaghi.
L'ambiente circostante era offuscato, i rumori ovattati e facevo molta fatica a respirare.
Sapevo che mi avevano appena picchiato selvaggiamente, solo per avere informazioni che non gli avrei riferito e di cui non ero a conoscenza.
Sentivo sempre le stesse voci, quelle che mi avevano sempre fatto domande sul mio ex fidanzato e che mi ripetevano tutt'ora, ma non feci neanche un nome, nemmeno un sospiro, nulla.
Questo perchè sapevo cosa sarebbe successo se gli avessi rivelato la loro identità e mi sarei sporcata le mani di sangue altrui diventando una loro complice.
Poco dopo, un dolore allucinante mi martellava l'addome, successivamente… il torace e la schiena in fiamme.
Tenevo gli occhi chiusi solo per non incoraggiarli vedendomi piangere.
Non molto tempo dopo, riuscii a sentire nitidamente l'ultimo sparo, che si riversò nel mio corpo.
Fu straziante ma allo stesso tempo piacevole, mi sentivo leggera, morta ma viva più che mai.
Era finita e avevo subito tutto questo ingiustamente. Per la prima volta vedevo il mondo camorristico così com'era: un mondo di ghiaccio e di emozioni represse nel dolore e nascoste dietro ai soldi e al potere.
Ripensavo per l'ultima volta alla mia vita, ai miei genitori e al mio caro diario. La mia cara Kelly... l'unica a sapere tutto di me.
Che fine farà il mio piccolo scrigno? Chi lo leggerà mai e lo custodirà con tanto amore quanto me?
Addio papà, addio mamma e addio Francesco e in un battito di ciglia mi ritrovai nel buio per sempre.
Sono Anna, una cara amica di Mina. Sono molto addolorata perché Mina non c'è più. Quando ho ritrovato il suo diario non ho avuto il coraggio di leggerlo, perché ogni volta che lo vedevo sentivo il magone in gola e una calda lacrima mi scorreva sulla guancia. Desidero però conoscere le sue emozioni, provo a leggerlo.
28 settembre 2004
“Cara Kelly,
A mio fratello voglio bene ma il suo modo di vivere è sbagliato e le persone in città non si fidano di lui .
Per Francesco nascere in questa città ha significato vedere un mondo senza futuro, senza speranza e l'unica possibilità per andare avanti era la malavita.
Come sai oggi sono andata a lavoro nella solita pelletteria e non vedevo l'ora di andare nel pomeriggio da alcuni ragazzi per fargli ripetizioni, portargli generi alimentari e aiutarli.
Poter dare alle persone un pò di felicità è ciò che mi manda avanti, quello che mi stimola a continuare a fare quello che faccio”
7 ottobre 2004
“Cara Kelly,
il clan si è diviso. Ora si cercano a vicenda. Cercano anche il mio ex-ragazzo. Ricordi? Te ne avevo parlato tempo fa, siamo stati assieme un anno, ma ha fatto una scelta che non approvavo, si è unito alla Camorra. Gli ho detto che avrebbe dovuto scegliere tra me e il crimine, così ci siamo lasciati. Francesco è preoccupato che mi succeda qualcosa, ma io non ho paura. Non sono cose che mi riguardano, loro sanno quello che faccio, sanno che aiuto la gente povera di Scampia. Io non c'entro nulla con queste faccende”.
Ho gli occhi rossi dal pianto e la vista ancora annebbiata, le guance bagnate dalle mie lacrime amare e piene di tristezza.
Non ci sono parole per dire come mi sento, dolore, rabbia... sono un uragano di emozioni.
Kelly e Mina devono sapere il finale della storia. É rimasta una sola pagina in quel diario, sembra sia stata lasciata vuota perché, della storia, io ne scrivessi la fine, quindi mi faccio coraggio e nonostante la mano tremante, voglio dedicarle l'ultima pagina del diario.
21 marzo 2005
“Cara Kelly e Cara Mina,
dopo la tua morte la tua famiglia ha deciso di seguire la strada che avevi intrapreso e aiuta le persone, proprio come te.
Collabora con l'Anti-Camorra per far vedere ai ragazzi un'altra possibilità, la libertà di poter scegliere, di non dover seguire la massa ma essere accettati per quello che sono.
E saresti fiera di tuo fratello, Francesco. È cambiato radicalmente e come speravi tu ha cambiato il suo modo di vivere ed è contento di far parte della giustizia .
Grazie che sei esistita, che esisti e che esisterai nella vita, non solo mia, ma di tutti. Grazie del tuo coraggio che ha significato molto per noi, cambiando noi stessi e il nostro futuro”.