Giorgio Ambrosoli: simbolo di impegno quotidiano
del Presidio Libera di Arese e dintorni
Siamo nel settembre del 2011. La scintilla che ha dato avvio al Presidio è una serata organizzata ad Arese da singoli cittadini e dal gruppo scout che aveva appena concluso un'esperienza di volontariato in Sicilia in alcuni beni confiscati alla mafia e ora riutilizzati socialmente. Quella sera eravamo circa 400 persone, tutti attenti e interessati all'argomento. Forse era la prima volta che si affrontavano questi temi in una plenaria così variegata, giovani e adulti insieme.
Questa è stata la prima occasione di incontro. Ne sono seguite altre, più ristrette, organizzate sempre presso la Bottega del Commercio Equo e Solidale di Arese. Riunioni di conoscenza, di confronto sui temi, di studio e di formazione sul fenomeno mafioso. Tante erano le domande che emergevano tra noi, la più frequente era “Ma noi cosa possiamo fare concretamente?”.
Una domanda semplice che ci ha fatto riflettere a lungo. Come tutti i presidi, era necessario scegliere una storia di vittima innocente di mafia a cui intitolare e dedicare il nostro impegno. Il coordinamento di Libera a Milano ci aveva sollecitato a individuare una storia del territorio, una storia non particolarmente conosciuta: una donna? un giovane? una storia recente? Ci siamo presi un periodo per riflettere attentamente sulla scelta e abbiamo ritenuto di prendere la decisione dopo la partecipazione al 21 marzo, la Giornata della Memoria e dell’Impegno che nel 2012 si teneva a Genova. Una delegazione numerosa è partita da Arese e dai paesi limitrofi. Quel che avevamo chiaro era che il presidio sarebbe nato ad Arese ma avrebbe dovuto avere un respiro territoriale, rappresentando un punto di riferimento per tutti coloro che desiderassero partecipare. È per questo che noi ci chiamiamo "Presidio Libera di Arese e dintorni". E poi siamo arrivati al momento della decisione sul nome che ci avrebbe accompagnati in questo percorso di impegno. Eravamo seduti per terra e su degli sgabelli improvvisati alla Bottega di Arese e qualcuno ha detto "Giorgio Ambrosoli". Silenzio. Alcuni hanno iniziato ad annuire, altri si sono scambiati sguardi interrogativi. Era evidente che per i più giovani fosse un nome sconosciuto, ma siamo stati tutti rapiti dalla curiosità di conoscere. La storia di Giorgio Ambrosoli non si studia a scuola e chi è nato dopo gli anni '80, e non ha vissuto quel periodo storico, non ha ricordi a cui attingere per avere informazioni. Per questo una delle prime cose che abbiamo fatto è stato studiare, leggere, approfondire quel periodo storico, politico, sociale ed economico in cui Ambrosoli ha vissuto e operato. A quel punto abbiamo deciso: avremmo dedicato a lui il nostro Presidio. È cosi che abbiamo compreso il senso profondo del nostro impegno in un presidio di Libera: noi possiamo cambiare le cose, facendo bene il nostro dovere, nell’essere cittadini responsabili, nell’essere studenti impegnati e nell’essere lavoratori diligenti. È l'esempio dell'Avvocato Giorgio Ambrosoli che ci ha richiamati a questo impegno. Il nome del presidio non solo è una scelta ma è un’assunzione di responsabilità per ognuno di noi.
Tramite il coordinamento regionale di Libera abbiamo conosciuto subito Francesca Ambrosoli, figlia dell’Avvocato, che ci ha fatto il dono di essere presente all'inaugurazione. Per noi è stato un segno di fiducia incondizionata e di un concreto legame che stava nascendo. Francesca ogni volta che può, è con noi! Il 19 aprile 2012 ad Arese nasce ufficialmente il primo presidio in Lombardia dedicato ad Ambrosoli. Ne esisteva già uno nato qualche anno prima a Verbania (Piemonte) grazie a dei meravigliosi ragazzi che avevamo conosciuto durante gli anni durante i raduni nazionali organizzati da Libera.
Abbiamo avuto l'opportunità di conoscere anche Umberto e Annalori, rispettivamente il figlio e la moglie di Giorgio, sempre disponibili a dedicarci il loro tempo e i loro ricordi. Nei loro racconti non è mai mancata la figura di Silvio Novembre, maresciallo della Guardia di Finanza che ha lavorato a fianco di Giorgio Ambrosoli nel processo di liquidazione della Banca Privata di Sindona. Abbiamo avuto anche l’onore di conoscerlo e di intervistarlo. Silvio Novembre è un uomo dalla forza incredibile, uno dei pochi ad affrontare a testa alta, nonostante le difficoltà familiari, quel difficile periodo.
Queste testimonianze si sono tradotte in azioni concrete per far conoscere la figura di Ambrosoli in tutto il nostro territorio, attraverso spettacoli teatrali, presentazioni di libri, proiezioni cinematografiche, eventi pubblici, dibattiti e tanto altro. In questi sette anni, siamo riusciti a costruire ottime relazioni con i docenti delle scuole grazie ai quali abbiamo potuto incontrate migliaia ragazzi per parlare di Libera e soprattutto di Ambrosoli. Siamo stati ad Arese, Lainate, Garbagnate, Bollate, Busto Arsizio, Rescaldina, Legnano, Rho, Casorezzo, Saronno, Cornaredo, Senago... Abbiamo conosciuto i luoghi e le storie dei tanti beni confiscati della zona, e collaborato con i loro gestori; abbiamo partecipato attivamente all'inaugurazione di nuovi beni; abbiamo dedicato vie, biblioteche, sedi di realtà associative alle vittime innocenti delle mafie. Insomma, un sacco di cose belle.
Tra qualche giorno, giovedì 11 Luglio, ci troveremo, ancora una volta, in via Morozzo della Rocca, casa della famiglia Ambrosoli e luogo in cui l'avvocato è stato ucciso. Quest'anno saranno 40 anni dalla morte e insieme al coordinamento di Libera Milano abbiamo deciso di rinnovare ancora una volta il nostro impegno. Saremo presenti con fiaccole, insieme a familiari e amici per ricordare Giorgio Ambrosoli. Il maresciallo Novembre non potrà essere con noi fisicamente ma lo sarà le sue parole di cui porteremo la voce. Abbiamo chiesto alla famiglia Ambrosoli di indicarci delle parole da regalare a tutti per questo momento così importante e ancora una volta troviamo spunto dalla lettera che Giorgio scrisse ad Annalori a dimostrazione che i suoi insegnamenti sono attuali. "Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il Paese, si chiami Italia o si chiami Europa". Questo per noi è Giorgio Ambrosoli, simbolo di impegno quotidiano.