Parole di memoria

Il ricordo di Antonio Vairo

Il ricordo di Antonio Vairo

di Angelo Buonomo

Radicale, dal lat. tardo radicalis, der. di radix -icis ‘radice’. Fu questa la scelta di Antonio, una scelta radicale nel senso comune di irreversibile e al tempo stesso nel senso etimologico della parola, del ritorno alle radici alla terra che ami. Nel Mezzogiorno del Paese questo è un sentimento diffuso, profondo, che non può essere accantonato. Amare la propria terra, nel bene e nel male, è una scelta obbligata e per chi vive a Napoli c’è un senso amplificato di questo sentire. Anche per lui fu così e questo sentimento lo spinse a ritornare a Napoli dopo aver vissuto in Germania. Tornato nella città di Partenope si adoperò subito per cercare lavoro, da buon padre di famiglia impegnato nelle associazioni cattoliche. Antonio Vairo perse la vita a 68 anni il 23 gennaio 2003, ucciso per “scambio di persona”, a Calata Capodichino la strada che porta all’aeroporto internazionale di Napoli. Laddove aveva ritrovato la sua città, la lasciava per sempre proprio davanti alla sede di un’associazione cattolica.

Di fronte alla saracinesca di questa associazione oggi sorge una targa in memoria di Antonio. A pochi passi da lì si sentono alcuni profumi di sperimentazione e buon cibo, talvolta qualcosa va male ma non fa niente perché i ragazzi stanno imparando, sono gli studenti dell’IPSEOA Duca di Buonvicino impegnati nelle cucine dell’istituto alberghiero. Nel corso dell’anno scolastico 2015/2016 questi studenti, in collaborazione con la scuola, hanno scelto di adottare la storia di Antonio, di farla propria, di raccontarla a testimonianza di una memoria radicale, che ritorna alle origini, che si proietta in una dimensione di trasformazione dei luoghi. Ricordo, faccio memoria, cambio quel luogo che vivo quotidianamente hanno pensato. Così le studentesse e gli studenti hanno intrapreso un percorso di impegno in memoria di Antonio Vairo. Un cammino per conoscere la storia e portarla nella scuola e nel cuore del quartiere. Ne è nato un opuscolo, un racconto degli studenti. Il senso di cura dei ragazzi per la targa, le emozioni di incontrare le figlie di Antonio, la dovizia delle ricerche e delle parole nella scrittura dell’opuscolo rendono difficile raccontare questo percorso e tutte le emozioni che ne sono scaturite.

Questi ragazzi il prossimo 23 gennaio incontreranno altre due classi dell’istituto, studentesse e studenti che non hanno partecipato al percorso, in questo momento di memoria e condivisione le classi che hanno partecipato al progetto “Adotta una vittima innocente” leggeranno una poesia, contenuta nell’opuscolo, e con questo gesto consegneranno simbolicamente la storia di Antonio agli studenti delle classi precedenti. Un momento simbolico per radicare la memoria, un passaggio di testimone per far continuare a vivere Antonio.