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Peppe Diana
Casal di Principe (CE) // 19 marzo 1994 // 35 anni
Il 19 settembre 1989 fu nominato parroco della chiesa di San Nicola di Bari di Casal di Principe, suo paese nativo. Erano gli anni del dominio assoluto della camorra e don Peppe Diana dimostrò senza paura da che parte stava. Il giorno di Natale del 1991, in tutte le chiese di Casale e della zona aversana, venne diffuso il suo documento "Per amore del mio popolo, non tacerò", un vero e proprio manifesto dell'impegno contro il sistema criminale.
Alle 7.20 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, fu assassinato nella sagrestia della sua chiesa, mentre si accingeva a celebrare la messa. Un camorrista lo affrontò con una pistola, esplodendo cinque proiettili: due alla testa, uno al volto, uno alla mano e uno al collo. Don Peppe morì all'istante.
L'idea di un elenco di tutte le vittime innocenti delle mafie, nasce con Libera, grazie alla volontà del nostro presidente don Luigi Ciotti e di una madre, Saveria Antiochia.
Saveria era la madre di Roberto, un poliziotto che accompagnò, per amore e per dovere, nel suo ultimo giorno di vita un altro poliziotto. Con gli stessi sentimenti e con senso di responsabilità verso una memoria che non doveva essere retorica celebrazione, ma seme di impegno, Saveria suggerì di raccogliere tutti nomi delle vittime, anche le più sconosciute.
Un’altra madre avvalorò l’impegno della memoria, Carmela, la mamma di Antonio Montinaro, ucciso con Giovanni Falcone, di cui era il caposcorta. Nel corso di una funzione religiosa in ricordo della strage di Capaci, don Luigi la incontrò e ne accolse il dolore e la preoccupazione perché il nome di suo figlio, come degli altri agenti della scorta, non veniva mai pronunciato.
Da questi primi momenti di intensa condivisione si è proseguito ad accogliere le proposte dei territori e dei familiari stessi delle vittime. L’elenco delle vittime innocenti delle mafie che ogni anno il 21 marzo, il primo giorno di primavera, leggiamo in tanti luoghi in Italia e del mondo è il frutto della raccolta paziente dei nostri volontari che scavando nella storia dei territori in cui vivono hanno chiesto, negli anni, l’inserimento dei nomi che ne fanno parte.
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