Luigi Cafiero, quando è stato barbaramente assassinato, aveva appena 18 anni e tutta la vita davanti. Sogni, speranze, progetti di vita andati in frantumi in pochi istanti di inferno. Luigi è stato ucciso perché scambiato per un’altra persona.
Era l’ultimo di quattro figli Luigi. Viveva a Torre Annunziata (NA), insieme a sua madre e ai suoi fratelli, che si davano da fare per sostenere la vita di questa famiglia semplice dopo la prematura morte del padre. Frequentava l’ultimo anno del Liceo scientifico della città. Era uno studente diligente. Si era messo sotto a studiare per inseguire il suo sogno, quello di diventare un carabiniere. L’esito positivo della prova scritta per il concorso che gli avrebbe consentito l’ingresso alla Scuola per Sottufficiali gli aveva dato ragione: quel sogno era ormai a un passo.
E poi c’era Annamaria, la sua fidanzata. Nonostante fossero molto giovani, avevano entrambi le idee molto chiare sul loro percorso di vita: mettere su famiglia, costruire un futuro insieme, continuare a volersi bene.
Il 21 aprile del 1982
Quel 21 aprile del 1982 era una giornata come tutte le altre. Luigi aveva deciso di trascorrere un po’ di tempo con Annamaria dopo lo studio. Saliti in macchina, si erano diretti in una strada poco frequentata della città, via Settetermini, forse alla ricerca di un po’ di intimità. Nessuno dei due immaginava minimamente quello che di lì a poco sarebbe accaduto.
L’azione dei killer fu fulminea. La vettura di Luigi fu avvicinata da un’altra auto dalla quale scesero quattro persone. Un vero e proprio commando. Qualcuno urlò “sei Antonio?”. Forse sarebbe bastato attendere la risposta: “no, non sono io”. Ma non fu così. Queste parole Luigi non riuscì a pronunciarle. Forse non ebbe il tempo neanche di pensarle, non rendendosi conto di quanto stava accadendo. I killer non gli diedero la possibilità di rispondere e gli esplosero contro undici colpi di pistola. Un’esecuzione spietata. Luigi, rimase ucciso sul colpo. Cinque proiettili raggiunsero Annamaria, che, nonostante fosse ferita, tentò disperatamente di chiedere aiuto, rimanendo accanto al corpo senza vita del suo fidanzato. È sopravvissuta Annamaria. Ma quella sera, con il suo Luigi, si spensero i sogni, le speranze, i progetti di vita insieme.
La vicenda giudiziaria
Luigi è stato assassinato senza una ragione. Scambiato per un’altra persona. Non era lui l’obiettivo del raid. La vittima doveva essere quell’Antonio di cui i killer avevano urlato il nome. Non si è mai saputo chi fosse.
Ci sono voluti undici anni per avere un primo spiraglio di luce su questa vicenda tragica. Undici anni e le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Luigi Maiolino, che ammise e confermò lo scambio di persona. Fece pure i nomi degli esecutori. Ma, all’esito del processo, il suo racconto fu ritenuto inattendibile e gli imputati assolti dall’accusa. Il fascicolo fu archiviato e mandanti ed esecutori restano ad oggi impuniti.
Memoria viva
Tra Luigi e me ci sono 12 anni di differenza. Per me è un esempio da seguire. Continuo a provare per lui un amore smisurato. È buono, il mio Luigi, brillante, in gamba. Ama la famiglia e ne è riamato. Ama la vita!
Quel giorno prende l’auto… forse è proprio il colore della macchina a decretarne la morte. Io corro subito. Il suo viso è sereno, senza paura. Anche questo mi dà la convinzione che sicuramente riposa in pace.
Ancora oggi la sua camera è intatta. Tutto parla di lui. La sua foto giganteggia quasi a custodirla
Nel giugno del 2012, a 30 anni dal suo omicidio, a Luigi è stata intitolata un’aula del Liceo Pitagora, la scuola che frequentava. L’anno successivo, a lui e a Matilde Sorrentino è stato poi intitolato il Centro Sociale realizzato al rione Penniniello di Torre Annunziata. Il suo nome, insieme a quello di tutte le altre vittime innocenti delle mafie, viene pronunciato ogni 21 marzo, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno promossa da Libera. La sua memoria viene mantenuta viva, oltre che da suo fratello Liberato e da tutta la sua famiglia, dal Presidio di Libera a Torre Annunziata, che continua a trasformarla in un impegno quotidiano, in un territorio difficile e delicato. Un modo per raccogliere il testimone lasciato da Luigi, il suo profondo amore per la vita.