Epifanio Leonardo Li Puma nasce nel borgo di Petralia Soprana in Sicilia, in provincia di Palermo, il 6 gennaio 1893, da una famiglia umile e poverissima.
Cresce e vive a Raffo, piccolo borgo rurale di Petralia Soprana, ma la sua azione negli anni toccherà l'intero comprensorio delle Madonie.
Ancora giovanissimo inizia a lavorare, facendo il contadino; è un ragazzo con la testa sulle spalle che ama la sua terra e non sopporta le ingiustizie e i soprusi. Alla maggiore età viene chiamato alle armi e dopo il servizio di leva, come tanti giovani, partirà per il fronte, dove combatterà per ben 4 anni.
Al ritorno nel suo paese, si sposa con Michela e da quel matrimonio nasceranno ben 9 figli. Epifanio è un papà rigido, severo, ma molto attento alla crescita di tutti i suoi figli. Vuole che si costruiscano un futuro, che abbiamo un lavoro onesto e si impegna per trasmettere loro tutti i suoi valori. È un uomo profondamente religioso e un instancabile lavoratore: esce di casa alle prime luci dell’alba e fa rientro all’imbrunire, ma non si lamenta mai.
Gli anni Quaranta del nuovo secolo sono quelli delle grandi manifestazioni per ottenere l'attuazione dei decreti Gullo, che sanciscono l'attribuzione ai braccianti dei terreni incolti e una più giusta distribuzione dei prodotti. Epifanio, grazie al suo carisma e alla sua umanità, riesce a mettersi a capo della protesta contadina e popolare nella sua zona. In prima fila a combattere questa battaglia c’è anche Michele Li Puma, parente di Epifanio e suo stretto collaboratore.
La fine della Seconda guerra mondiale e l’impegno politico
Alla fine della Seconda guerra mondiale, Epifanio è promotore del movimento dei contadini per la riforma agraria come organizzatore sindacale della Cgil. È sindacalista e capolega dei mezzadri e braccianti senza terra ed è anche un politico, esponente del Partito Socialista Italiano. Il suo orientamento è nettamente riformista ed è fermamente contrario a ogni estremismo e alle teorie rivoluzionarie. Epifanio è determinato e irriducibile nella promozione dei diritti dei lavoratori contro gli agrari, eversori della legalità. È contro il fascismo e lo dice apertamente, tanto che tutti conoscono il suo coraggio e la sua determinazione. È un convinto pacifista che crede nello Stato democratico e nella legge, che deve essere uguale per tutti.
Epifanio si adopera per difendere e rivendicare i diritti del popolo e se pur sprovvisto di una base culturale, non avendo potuto frequentare la scuola, opererà con coraggio e dedizione una rivoluzione fra i contadini, spingendoli a chiedere di veder riconosciuti i propri diritti nei confronti degli agrari. Crede che solo attraverso i sindacati le sorti dei contadini possano risollevarsi. Grazie al suo impegno, per la prima volta, nel luglio del 1946, sulle Madonie vengono costituiti i consigli del feudo e nasce la Cooperativa "Madre Terra" che conta circa 500 contadini: alla loro guida ci sono Epifanio e Michele. Insieme decidono per protesta di non coltivare la terra sino a quando i padroni non si decideranno a eseguire i dettami del decreto Gullo.
Questa protesta non viene gradita dai padroni, tra cui anche il marchese Pottino che, per ritorsione, fa intimorire il figlio del suo mezzadro. Ma questo non serve a far indietreggiare i contadini, che insistono uniti nella loro protesta. Nel 1947, occupano simbolicamente delle terre. In questa occasione le minacce dei padroni si fanno più pressanti e, in particolare, si rivolgono verso Epifanio che è sempre alla guida di tutti i contadini. Nell'estate del 1947, Epifanio viene sfrattato dal feudo, ma questo non sarà niente nei confronti delle future ritorsioni ai suoi danni. Eppure Epifanio non vuole piegarsi alla prepotenza e alle minacce di un potere e di un sistema malsano, non si lascia spaventare dalla mafia del feudo, la mafia che ha le terre in affitto e che vuole imporre il suo potere e non vuole che i contadini ottengano i diritti loro spettanti, non vuole che si realizzi il sogno di giustizia sociale portato avanti da Epifanio.
Il 2 marzo del 1948
Il 2 marzo del 1948 Epifanio è in contrada Albuchia, a Petralia Soprana, insieme a due dei suoi figli, Santo di 19 anni e Giuseppe di 13 anni. Sono sereni, Epifanio e Santo stanno arando con i muli il pezzo di terra di proprietà di suo cognato, mentre Giuseppe li guarda e gioca nei campi. All’improvviso, sopraggiungono due uomini a cavallo che velocemente si avvicinano a loro. Dopo qualche rapida domanda uno dei due imbraccia un fucile e apre il fuoco contro Epifanio, che cade a terra. A quel punto l'altro sicario, per finirlo, esplode alcuni colpi di pistola diretti alla testa. Poi rivolge l'arma contro il figlio Giuseppe, che impaurito e frastornato riesce solo a indietreggiare di due passi. Il sicario viene però bloccato dal compagno che gli dice in dialetto di lasciarlo stare. I due killer fuggono nelle campagne circostanti, mentre Santo e Giuseppe corrono a chiedere aiuto negli altri terreni. In loro soccorso arrivano gli altri contadini, ma per Epifanio non ci sarà nulla da fare, morirà davanti agli occhi impauriti e inermi dei suoi due figli. La mafia uccide così un uomo di 55 anni, marito e padre di 9 figli, sindacalista e politico, che ha dedicato la sua intera vita al riscatto della sua terra, ai diritti dei più poveri, alla lotta contro i baroni per difendere la giustizia sociale e il suo sogno di equità.
Con l'assassinio di Epifanio Li Puma, la mafia, gli agrari e la politica reazionaria siciliana vollero non solo privare il movimento contadino di un dirigente prestigioso ma lanciare un messaggio politico a tutti i siciliani alla vigilia delle elezioni politiche del 18 aprile 1948, attraverso un crescendo di delitti.
Otto giorni dopo l’omicidio di Epifanio, il 10 marzo, sarà ucciso Placido Rizzotto a Corleone, e dopo venti giorni, il primo aprile, Calogero Cangelosi a Camporeale. Un messaggio chiaro e inequivocabile lanciato dalla mafia agraria: chi si schiera con il movimento contadino e con la sinistra viene ucciso.
Vicenda giudiziaria
Nonostante ai suoi funerali, a Petralia Soprana, saranno apertamente denunciati i mandanti del suo omicidio, nessuno pagherà per la sua morte. Tutti sanno chi ha pensato, organizzato ed eseguito il delitto ma le indagini saranno presto archiviate e non si celebrerà nessun processo come, purtroppo capiterà anche per i numerosi omicidi che si susseguiranno. Nel 1948, con l’escalation dell'uccisione dei tre dirigenti sindacali Epifanio sulle Madonie, Placido Rizzotto a Corleone e Calogero Cangelosi a Camporeale, la mafia sferra il suo colpo decisivo contro le frange più organizzate del movimento contadino della Sicilia occidentale.
Memoria Viva
Il presidio di Libera di Salsomaggiore, in provincia di Parma, è intitolato alla memoria di Epifanio. La CGIL si è sempre impegnata a tenere viva la sua memoria, insieme a quella degli altri sindacalisti uccisi per mano mafiosa.
A Raffo Petralia Soprana è nato il Centro studi dedicato ad Epifanio Li Puma.
Nel 2008 è stato pubblicato il libro “Epifanio Li Puma” scritto da Santo Li Puma edizioni Arianna.
Nel 2018 il collettivo MiTerra Videolab ha prodotto il film "Le stelle non hanno padroni", diretto da Salvatore Bongiorno. Il film racconta la vita di Epifanio Li Puma e le lotte contadine, interamente girato sulle Madonie.