Claudio Domino, nomi da non dimenticare
Più di cento vittime. È il numero drammatico dei minori uccisi dalle mafie. Che le mafie non uccidano i bambini è un adagio privo di fondamento. Che uccidano il futuro in tutte le sue forme e manifestazioni è un dato di fatto.
Oggi vogliamo ricordare Claudio Domino, figlio di un dipendente della Sip che era anche titolare di un'impresa che gestiva in appalto i lavori di pulizia dell'aula bunker di Palermo. Claudio fu assassinato vicino alla cartolibreria gestita dalla madre. Un giovane in moto e con il volto coperto da un casco chiamò il bambino per nome mentre stava giocando e, dopo averlo avvicinato, gli puntò la pistola in fronte sparandogli a bruciapelo. Claudio sarebbe stato ucciso perché aveva visto confezionare alcune dosi di eroina in un magazzino. Cancemi, boss pentito della commissione mafiosa, ha riferito che fu proprio Riina a incaricare tutti i capimandamento di "svolgere indagini". Un'inchiesta conclusa a tempo di record: il 20 dicembre 1986 scomparve Salvatore Graffagnino, 52 anni, titolare del bar davanti al quale era avvenuto l'agguato. Alcuni confidenti riferirono alla polizia che l'uomo sarebbe stato sequestrato, nascosto in un bagagliaio di un auto e condotto davanti al boss del quartiere. Sotto tortura Graffagnino ammise di essere il mandante dell'omicidio e rivelò il nome del killer. Un tossicomane che sarebbe stato poi eliminato con una overdose di eroina.