Parole di memoria

Non sapevano che eravamo semi. Il ricordo della strage di Ponticelli

Non sapevano che eravamo semi. Il ricordo della strage di Ponticelli
La memoria è di fondamentale importanza, affinché quello che è successo quella sera a me, che avevo 19 anni e che ha condizionato tutta la mia vita, non succeda mai più.
Silvia Guarracino, figlia di Domenico Guarracino

L'11 novembre 1989, nella periferia napoletana di Ponticelli si consumò uno degli episodi più efferati della storia della camorra: la guerra tra gli uomini del clan Andreotti da una parte e quelli degli "alleati" Sarno Aprea dall'altra, provocò una strage con sei morti. Quattro vittime erano del tutto innocenti: Gaetano De CiccoDomenico GuarracinoSalvatore BenagliaGaetano Di Nocera. Scrive il giudice Antonella Terzi nell'ordinanza di custodia cautelare:

Ho cercato invano nel mio limitato vocabolario aggettivi che potessero rappresentare i sentimenti suscitati dalla vicenda oggetto della richiesta cautelare. Nessuno, tra quelli che mi venivano alla mente (feroce, folle, crudele, insensato) mi è parso adatto a descrivere l’orrore di quel tragico tardo pomeriggio di un ormai lontanissimo novembre del 1989.
Il GIP Antonella Terzi – ordinanza di custodia cautelare

 Oggi, vicino al luogo della strage, una lapide ricorda le quattro vittime innocenti. Accanto sorge un murale realizzato dagli studenti, con la scritta:

Hanno provato a seppellirci. Non sapevano che eravamo semi!
Murale dedicato alle quattro vittime innocenti della strage di Ponticelli
Video testimonianza di Silvia Guarracino, figlia di Domenico