Parole di memoria

Luigi Fanelli: dalla parte dei giusti

Luigi Fanelli: dalla parte dei giusti

“Memorie e narrazioni” è un campo tematico di formazione e impegno di E!State Liberi, che si è svolto a Bari dall'8 al 14 luglio, il primo dedicato interamente alla memoria. E’ stato un laboratorio di scrittura collettiva, volto a indagare la parte emotiva del fare memoria viva ed a trasformarla in coscienza, conoscenza e impegno sui territori.
Durante il  campo molte sono state le testimonianze dei familiari di vittime innocenti delle mafie ascoltate e che hanno riempito di emozioni. 
Tra le tante quella di Lucia, mamma di Luigi Fanelli.

La notte di venerdì 26 settembre 1997, Luigi Fanelli non ha fatto ritorno a casa. Ha 19 anni ed è una recluta della Caserma Briscese di Bari. Quel giorno era in permesso. Alle 21 era uscito di casa avvertendo i suoi genitori che sarebbe tornato tardi. Ha raggiunto alcuni amici in piazza e dopo un pò si è fatto accompagnare dal suo amico Luca al 'Ridemus', un'enoteca di Bari. Lì ha incontrato la sua ex fidanzata Fausta. Dopo un acceso litigio, l’ex fidanzata ha lasciato il locale. Luigi Fanelli è rimasto al Ridemus in compagnia di alcuni ragazzi fra cui Francesco, ex fidanzato di Fausta. Francesco e i suoi amici dicono di averlo visto allontanarsi a bordo di uno scooter Zip nero in compagnia di un individuo a loro sconosciuto. Da allora di Luigi Fanelli nessuno ha saputo più nulla. Luigi non è andato via volontariamente. La Procura di Bari ipotizza che in seguito alla sua  nuova discussione con Fausta, la ragazza la prende molto male. E telefona a due ragazzi,presumibilmente appartenenti al clan Di Cosola, chiedendo loro di venire subito a dare una “lezione“ a Luigi. I due si recano al pub. Riescono a convincere Luigi a seguirli. Il suo corpo mai più ritrovato.

Camilla, Cecilia, Francesco e Andrea sono gli autori di questo testo suggestivo dedicato a Luigi.

Bari, 26/09/2019
Caro Luigi,
oggi è l’anniversario della tua scomparsa e ti stavo pensando. Sono passati ormai più di vent’anni. 
Ricordo ancora quando sei arrivato alla caserma “Briscese” di Bari ed eravamo poco più che ragazzi, ma tu avevi già le idee chiare: il tuo sogno era continuare la carriera da militare. Anche tua madre Lucia era orgogliosa di te, come spesso mi raccontavi.
Più di una volta, pur di tornare a casa in divisa, come tanto piaceva a lei, non tornavi neanche nello spogliatoio per farti una doccia.
Sei sempre stato un ragazzo onesto, solare, avevi il “priscio”, come diciamo qui a Bari.
Rido ancora al pensiero di te che scimmiotti i nostri superiori più rigidi.
Mi dicevi che fin da piccolo ti divertiva strappare un sorriso ai tuoi, facendo le caricature di chiunque ti capitasse a tiro. Un po’ come facevi anche con quei venditori porta a porta che tanto ti contrariavano. Fossero stati loro il problema!
Una cosa che proprio non sopportavi erano i prepotenti, come quei nuovi amici della tua ragazza. Dicevi che l’avevano cambiata, non la riconoscevi più, ma dai tuoi occhi si vedeva che l’amavi ancora.
Dopo vent’anni provo ancora rabbia al pensiero che per riportarla sulla buona strada hai pagato un prezzo così alto. Ed è la stessa rabbia che sento nel vedere a piede libero quelle persone che ti hanno portato via da noi.
Sebbene non ci sia un luogo dove possa venirti a salutare, ciò che non è scomparso e che rimane vivo in me è il tuo coraggio, la tua determinazione.
Anch’io oggi, come te, ho scelto di schierarmi dalla parte dei giusti. 
Grazie
Tuo Filippo.