Parole di memoria

Quella sera ho scelto la giustizia sociale

Quella sera ho scelto la giustizia sociale

“Memorie e narrazioni” è un campo tematico di formazione e impegno di E!State Liberi, che si è svolto a Bari dall'8 al 14 luglio, il primo dedicato interamente alla memoria. E’ stato un laboratorio di scrittura collettiva, volto a indagare la parte emotiva del fare memoria viva e a trasformarla in coscienza, conoscenza e impegno sui territori.
Durante il  campo molte sono state le testimonianze dei familiari di vittime innocenti delle mafie ascoltate e che hanno riempito di emozioni. 
Tra le tante quella di Brucela, sorella di Flori Mesuti.

Flori era un ragazzo di 25 anni di origine albanese. Un bravo ragazzo e un gran lavoratore, è stato ucciso a Bari il 29 agosto del 2014 a colpi di pistola. Una spedizione punitiva per uno schiaffo dato dal giovane a un 15enne, parente di uno dei tre aggressori, tutti pregiudicati residenti nel quartiere Libertà di Bari. Flori fu l'unico a intervenire per sedare un litigio tra ragazzini, schiaffeggiando uno di loro. Un affronto questo gesto da punire con il sangue. In tre, armati, raggiunsero il giovane albanese poco dopo all’esterno di un bar, sparando almeno tre colpi, uno dei quali mortale al torace.

Magda, Giulia, Agnese e Susanna, sono le autrici di questo testo suggestivo dedicato a Flori.

Ciao sono Flori,
Sono un ragazzo di 25 anni.
Fin da piccolo, la mia famiglia mi ha insegnato cosa volesse dire amare.
Ho sempre avuto un rapporto speciale con mia sorella: lei è sempre stata per me e io sono sempre stato per lei.
A 15 anni ho incontrato l’amore della mia vita. Ho incontrato la donna che avrei voluto sempre al mio fianco.
Con lei avrei voluto costruire una famiglia, la nostra famiglia.
E’ anche per questo che ho deciso di andare in Italia. 
Ho desiderato un lavoro che mi permettesse di realizzare quello che da sogno personale si è trasformato in sogno condiviso.
Il 21 Settembre 2014 ci saremmo dovuti sposare.

In Italia volevo venire anche per aiutare mamma e papà.
Aiutarli economicamente mi è sembrato un modo per ringraziarli per tutti i valori che mi hanno trasmesso.
Arrivato nella mia terra promessa, ho iniziato da subito a darmi da fare. 
Ho accettato qualsiasi lavoro perché sono consapevole della pari dignità di ogni professione.

Purtroppo, però, la vita è imprevedibile e se ne va con la stessa facilità con cui arriva.
Quello smoking non l’ho mai indossato e quelle fedi non le ho mai scambiate perchè quel 29 agosto 2014, nel quartiere Libertà, ho scelto di schierarmi per ciò in cui ho sempre creduto.
Mi chiedo come in un quartiere chiamato “Libertà” le persone che ci abitano siano in realtà schiave della paura, sottomesse a qualcuno che spaccia prepotenza per onore e siano costrette a vivere senza conoscere la vera bellezza.
Quella sera ho scelto la giustizia sociale.
Ma alla mafia questo non è andato bene.
Sono fiero di non essermi tirato indietro e di aver agito per amore.
Tu da che parte stai?