Luigi Ioculano, un uomo libero e coraggioso
A 20 anni di distanza dall'omicidio di Luigi Ioculano vogliamo ricordarlo attraverso le parole dei ragazzi e delle ragazze del presidio di Cuorgnè, a lui intitolato, unendoci alla loro richiesta di verità e giustizia per Luigi e per tutte quelle vittime innocenti delle mafie per le quali i familiari attendono ancora risposte.
Sono trascorsi 20 anni dal giorno in cui il dottor Luigi Ioculano venne freddato sotto casa dai killer della ‘ndrangheta, una mattina come tante mentre si accingeva ad aprire il suo studio medico a Gioia Tauro. Era il 25 Settembre 1998.
Come abbiamo conosciuto Luigi Ioculano, detto “Gigi”?
Era il settembre del 2011 ed era da poco accaduto che un’operazione investigativa, denominata “Minotauro” avesse svelato quanto la ‘ndrangheta fosse mostruosamente radicata nel nostro Canavese, in Piemonte, nel profondo Nord; così un gruppo di persone iniziò un percorso che avrebbe portato nell’Aprile del 2012 alla nascita di un Presidio di Libera, a Cuorgnè, in provincia di Torino.
Nessuno aveva particolare idea di come funzionasse un presidio, come si agiva, quale fosse il suo scopo… per iniziare ci fu detto che i presidi portano il nome di una vittima innocente di mafia, pertanto quello fu il nostro primo compito: a chi intitolare il presidio.
Fare memoria, entrare nelle tante storie di vita spezzate dai mafiosi, oltre 900, spaccati di vita che ti fanno contorcere lo stomaco. La condivisione poi, ci ha portati a Luigi Ioculano, un uomo “normale” che svolgeva con passione la sua professione di medico a Gioia Tauro, un uomo che amava la sua terra e la sua città tanto da impegnarsi in ogni momento libero a promuovere iniziative sociali e culturali con le certezze che si potesse far emergere i valori di giustizia e di legalità troppo spesso dimenticati. Così, con alcuni amici “Gigi” fondò un’associazione culturale ed un periodico, chiamato AGORA’.
Lui vedeva, analizzava, rifletteva e infine scriveva, scriveva molto bene e questo uno dei suoi passaggi che ci ha particolarmente toccati e ci ha fatto capire il valore del suo grande impegno, ad esempio sosteneva:
“Abbiamo individuato quindi nella cultura una delle terapie più utili per contribuire a guarire la società gioiese dai malanni e dai veleni che l’appestano, convinti come eravamo che più l’uomo è istruito e colto, più sa servirsi con discernimento di tutto ciò che conosce, usandolo per il bene e per l’uomo, certamente non per il male e contro l’uomo”.
Luigi parlava chiaro e non aveva paura di esprimersi in modo netto e palese anche su temi considerati molto delicati. Le sue denunce contrastavano gli interessi delle organizzazioni malavitose che controllano ancora oggi il territorio di Gioia Tauro, questioni inerenti l’ospedale, appalti pubblici, il piano regolatore comunale, gli interessi che gravitavano intorno alla costruzione del termovalorizzatore.
Scriveva infatti su Agorà invitando i Gioiesi “a non desistere nell’interesse superiore della nostra città!”.
E’ per noi un onore ed una grande responsabilità chiamarci Presidio Luigi Ioculano, dedicarlo ad un uomo libero e coraggioso, che sua figlia Ilaria, con il suo ricordo, ci ha fatto conoscere ancora meglio permettendoci di approfondire la resistenza quotidiana all’ndrangheta, fatta di semplici no e di una volontà di scuotere i concittadini con la cultura. Questo è stato il suo esempio, che cerchiamo di perseguire anche nel nostro territorio, che ci accompagna quando facciamo i laboratori nelle scuole con i ragazzi delle medie e superiori, che ci sprona quando incontriamo amministratori pubblici e cittadini.
Questo valoroso signore calabrese agiva secondo una cultura del rispetto delle persone e delle regole civili, indipendente da qualsiasi connotazione sociale o politica, perseguendo un’idea di società che stenta ancora a consolidarsi non solo in Calabria, non solo al Sud ma ormai in tutto il nostro paese.