Parole di memoria

Il nostro impegno quotidiano per continuare a chiedere dignità, verità e giustizia

Il nostro impegno quotidiano per continuare a chiedere dignità, verità e giustizia

Un boss mafioso pluriomicida gestirebbe di fatto un noto bar pasticceria del centro fiorentino, il Caffè Curtatone in Borgo Ognissanti. E insieme al fratello, avrebbe deciso di puntare anche sul traffico di stupefacenti, investendo decine di migliaia di euro in coltivazioni indoor di marijuana in Spagna. E' quanto scoperto dal nucleo investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Firenze coordinati dal pm antimafia Giuseppina Mione che lo scorso 27 marzo hanno arrestato e portato in carcere 4 persone, su ordine del gip Paola Belsito. Il nome più noto è quello di Giovanni Sutera, palermitano, classe 1958, già condannato all'ergastolo e sottoposto fino a poche ore fa al regime di libertà vigilata, poiché riconosciuto colpevole dell'omicidio di un gioielliere fiorentino e - durante la latitanza - di quello di Graziella Campagna, la ragazza di 17 anni uccisa in provincia di Messina nel 1985. Giovanni Sutera è stato in carcere, da quanto appurato, circa una quindicina di anni. E ci era entrato dopo una serie di processi durati circa vent'anni. Nel febbraio 2014 ha ottenuto il regime di semilibertà grazie ad alcuni benefici di pena. Un anno e mezzo dopo, nel settembre 2015, gli è stata concessa la liberazione condizionale. "Appena uscito si è messo a trafficare droga e a investire in centro a Firenze" sottolinea il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, aggiungendo: "Quest'uomo si è macchiato di delitti atroci, evidentemente non sempre i benefici di pena rappresentano una strada di redenzione dal crimine".

Nell'esprimere vicinanza e corresponsabilità alla famiglia Campagna, rimaniamo alquanto turbati e stupiti nell'apprendere che uno degli assassini Graziella Campagna fosse tornato in libertà e nonostante i numerosi gravi precedenti penali fosse riuscito ad acquistare un bar nel  pieno centro a Firenze. Nel ringraziare operato delle forze dell'ordine e dei magistrati, insieme alla famiglia Campagna e ai tanti familiari di vittime innocenti proseguiremo il nostro impegno quotidiano per continuare a chiedere dignità, verità e giustizia.
Riceviamo e pubblichiamo una nota della famiglia Campagna

“È una vergogna che uno degli assassini di mia sorella Graziella fosse libero. Già a dicembre 2009 avevamo assistito sgomenti alla scarcerazione di Gerlando Alberti junior per falsi motivi di salute. Oggi, solo perché è stato arrestato per traffico di droga, scopriamo che Giovanni Sutera aveva riottenuto la libertà. Ringrazio i Carabinieri di Firenze che hanno arrestato Sutera e i suoi complici ma chiedo anche che subito la Procura generale di Firenze faccia richiesta di revoca della liberazione condizionale che era stata ingiustamente regalata a Sutera. Giovanni Sutera è stato condannato all’ ergastolo per la feroce uccisione di mia sorella Graziella ed è giusto che lo sconti fino all’ultimo giorno di vita. Quella vita che a mia sorella fu rubata a diciassette anni. Piero Campagna”