Luigi nasce a Bari, una città che in quel periodo vive sotto la morsa della violenza dei clan. Fin da piccolo lo diverte strappare un sorriso ai suoi genitori e a sua sorella, facendo la caricatura di chiunque gli capita sotto tiro, dai personaggi del mondo della tv fino a semplici conoscenti o parenti. Ha un animo buono e proprio non sopporta i prepotenti e anche a scuola si distingue perché difende sempre i più deboli.
Negli anni della giovinezza conosce una ragazza di cui si innamora subito, Fausta. Luigi è un bel ragazzo, è alto, ha i capelli neri e gli occhi verdi e molte ragazze vorrebbero frequentarlo, ma lui non ha occhi che per Fausta. I due, così, si innamorano e si fidanzano.
Il servizio militare
Crescendo Luigi nutre il sogno di intraprendere la carriera militare e non appena giunta l’età giusta parte per l’anno di leva obbligatoria, con il desiderio e l’obiettivo di restare poi in quel mondo, magari conseguendo un grado più alto. Viene assegnato alla Caserma “Briscese” di Bari e vive la vita di Caserma con profondo rispetto e dedizione. Mamma Lucia è molto orgogliosa di lui e Luigi, che è molto legato a lei, pur di tornare a casa in divisa come tanto le piace, non torna neanche nello spogliatoio per farsi una doccia ma si dirige direttamente verso casa per farle una sorpresa e vederla sorridere, quasi con gli occhi lucidi dall’emozione, mentre gli apre la porta di casa.
Luigi è felice per la vita che sta svolgendo ma c’è una cosa che lo preoccupa e che non gli permette di godersi appieno il realizzarsi del suo sogno lavorativo: Fausta non gli sembra più la stessa. Ha infatti conosciuto dei ragazzi nuovi, mentre lui è in Caserma, ragazzi prepotenti e che ostentano soldi e potere. Fausta si lascia affascinare da questo mondo, inizia ad uscire sempre più con loro e questo crea litigi nella giovane coppia fino a quando lei gli dice che non possono più stare insieme, che vogliono cose ormai diverse e gli restituisce anche una collanina con il cuore a metà che Luigi le aveva comprato con i suoi risparmi e con tanto amore, e di cui lui possedeva l’altra metà. Luigi è deluso e arrabbiato ma dai suoi occhi si vede che l’ama ancora. I familiari e gli amici gli dicono di lasciar perdere, quei nuovi amici di Fausta sono gente pericolosa, affiliati al Clan Di Cosola della città di Bari. Ma lui proprio non sopporta di vedere la sua Fausta insieme a quei prepotenti, che l’hanno plagiata e cambiata.
Trascorrono così le giornate di Luigi, immerse nella vita di Caserma, annche se i suoi pensieri vanno spesso a lei.
Il 26 settembre 1997
È un venerdì di primo autunno, il 26 settembre del 1997, Luigi è in permesso. Ha trascorso la giornata con la sua famiglia e la sera, verso le 21, esce di casa avvertendo i suoi genitori che sarebbe tornato tardi. Raggiunge alcuni amici in piazza e dopo un po’ si fa accompagnare dal suo amico Luca in un’enoteca di Bari, il “Ridemus”. Lì Luigi incontra la sua ex fidanzata Fausta. I due si parlano, lui prova a farla ragionare, a farle capire che quei ragazzi non sono delle persone da frequentare, che sono affiliati ai clan mafiosi della città. Ne nasce un acceso litigio alla fine del quale Fausta lascia il locale, mentre Luigi rimane al “Ridemus” in compagnia di alcuni ragazzi ancora per un po’, poi si allontana a bordo di uno scooter Zip nero in compagnia di un individuo sconosciuto agli altri.
Da quel momento di Luigi Fanelli nessuno ha saputo più nulla.
Vicenda giudiziaria
Luigi quella sera non è andato via volontariamente dal locale. La Procura di Bari ipotizza che in seguito alla sua accesa discussione con Fausta, la ragazza la prende molto male, si sente umiliata, tanto che telefona ai due amici Paolo Masciopinto e Francesco Sciacqua, entrambi appartenenti al clan Di Cosola, chiedendo loro di venire subito a dare una “lezione” a Luigi. I due si recano al pub e riescono a convincerlo a seguirli; da allora il suo corpo non è stato mai più ritrovato.
Dopo anni di indagini si celebra un processo a carico della stessa Fausta e dei suoi due amici, Masciopinto e Sciacqua. I due vengono condannati per l’omicidio, a 18 e 15 anni in primo grado ma verranno poi assolti in Appello, con sentenza poi confermata in Cassazione nel 2008. Fausta invece sceglie la strada del patteggiamento e verrà così condannata alla pena di un anno e undici mesi per omicidio preterintenzionale, in quanto dalle sue dichiarazioni si evince che la stessa ha chiesto ai suoi amici di dare una lezione, ma non di uccidere l’ex fidanzato.
Dopo anni da quella sentenza di assoluzione, nel 2016, il pluripregiudicato Paolo Masciopinto, nipote del boss Antonio Di Cosola, ormai collaboratore di giustizia, confessa di aver commesso l’omicidio di Luigi e di averne occultato il cadavere. Dichiara che Luigi è morto davvero per punizione, ucciso la sera stessa della scomparsa a colpi di pistola e poi sotterrato. Masciopinto quindi si autoaccusa dell'omicidio ma essendo già stato processato e assolto, nel 2008, con sentenza ormai passata in giudicato, le sue dichiarazioni non possono più essere usate contro di lui; non è più processabile per l’omicidio di Luigi.
Masciopinto ha anche indicato il luogo in cui il giovane militare sarebbe stato sepolto, ma finora gli investigatori non hanno ritrovato i resti del ragazzo.
Voglio sapere dov’è il corpo di mio figlio e chi ha aiutato il reo confesso Paolo Masciopinto ad ammazzarlo. Aiutatemi a morire in pace, voglio la verità e una punizione esemplare per chi ha strappato alla vita Luigi. Nonostante siano passati molti anni, finché ne avrò la forza non smetterò di lottare.
Memoria viva
«Restituite il corpo di Luigi sul quale la signora Fanelli possa finalmente versare lacrime liberatorie!» è l’appello lanciato più volte dal coordinamento pugliese dell’associazione Libera per rompere il silenzio che circonda la vicenda, affinché chi è a conoscenza di fatti legati alla scomparsa di Luigi ne dia notizia alla magistratura, e, soprattutto, per chiedere che il corpo di Luigi venga restituito ai suoi familiari.
Il presidio cittadino di Libera Bari ha così scelto di intitolarsi alla memoria di Luigi, alla memoria di un ragazzo, di soli 19 anni, che non si rassegnava a vedere la persona amata preda di giri criminali.