Parole di memoria

L'amicizia che prevale sulla paura, la storia di Daniele e Loris

Daniele Del Core

di Carmen Del Core

Daniele era un ragazzo di appena 18 anni. Amava la vita. Aveva le sue passioni. Coltivava i suoi sogni.
Per lui la famiglia e l'amicizia erano ideali imprescindibili.
Daniele è il mio fratello minore, quello che inevitabilmente ero portata a proteggere da tutto e da tutti. Ma, purtroppo, quella maledetta sera del 28 ottobre 2006, nulla ho potuto per sottrarlo alla furia omicida di un suo coetaneo, per il quale, evidentemente, la vita non aveva alcun valore. Daniele era alla Solfatara di Pozzuoli con il suo amico Loris Di Roberto. Fu proprio per difendere quest'ultimo durante una lite per futili motivi di gelosia che rimase ucciso. Loris, rimasto gravemente ferito, si spense otto giorni dopo, il 5 novembre. Amore, amicizia, fratellanza. Valori importanti che hanno riempito le esistenze, seppur brevi, di Daniele e Loris. I due amici appena diciottenni, che quella sera stavano per trascorrere una serata all’insegna della spensieratezza, ma non hanno più fatto ritorno a casa. A decidere per loro il destino di un mostro che ha incrociato le loro strade. Nonostante la drammaticità degli ultimi attimi delle loro vite, l’amicizia è stato il sentimento che ha prevalso sulla paura, sull’istinto di sopravvivenza. Daniele ha eroicamente cercato di difendere Loris dal suo aggressore, perdendo egli stesso la vita.
Ricordare Daniele per me significa riaffermare gli ideali del coraggio e della lealtà, in contrapposizione a quella che Hannah Arendt definì, in un suo meraviglioso libro, la “banalità del male”. E mi tornano alla mente le parole di una vecchia, ma sempre attuale canzone di Francesco Guccini: “Quando si è giovani è strano poter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per mano”. Poi però penso che qui la sorte c'entra poco. Daniele non è morto per un incidente. Daniele non l'ho perso “per caso”. Daniele è stato ucciso da un'altra persona. Daniele è una vittima innocente della violenza criminale.
Eppure per me, lo affermo senza retorica, Daniele continua a vivere. Daniele è qui con me ogni volta che i suoi amici solcano il campetto del Parco Bognar di Pozzuoli per giocare a calcio in memoria sua e di Loris. La dimensione privata del dolore ha ormai da tempo assunto un valore molto più ampio, quello della memoria, che vede coinvolta l'intera comunità di Pozzuoli. Ed è proprio dalla memoria del sacrificio di Daniele e Loris, colpiti dalla violenza di un crimine che non guarda in faccia a nessuno, che gli “amici di sempre e per sempre” si impegnano ogni anno dal 2007, attraverso il Torneo a loro intitolato, a diffondere un messaggio di impegno sociale. Lo fanno attraverso gli ideali della lealtà e della solidarietà, che caratterizzano il sano agonismo di ogni buona pratica sportiva. Lo fanno attraverso gli ideali che hanno animato la purtroppo breve esistenza di Loris e Daniele, i due angeli sottratti alla vita troppo presto, i cui volti e il cui ricordo campeggiano nel Parco Bognar, luogo di memoria e di impegno.
Daniele è qui con me ogni volta che il suo sorriso riempie i miei occhi attraverso la mostra NONINVANO che la Fondazione Polis, Libera e il Coordinamento campano dei familiari delle vittime hanno dedicato agli innocenti colpiti dal crimine. Daniele è qui con me ogni volta che racconto la sua breve ma intensa esistenza nelle scuole, per sensibilizzare i giovani del territorio sul delicato tema delle vittime innocenti della criminalità. Daniele è qui con me ogni giorno, nelle piccole ma significative faccende di cui si nutre la mia quotidianità, che non potrà mai prescindere dal suo ricordo.
Oggi io e Daniele, a 11 anni esatti da quel drammatico sabato 28 ottobre 2006, siamo ancora insieme. Ho voluto trasformare il mio dolore in impegno civile, costituendo anche un'associazione, “L'Amico del Cuore”, facendo parte del Direttivo del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità e collaborando al presidio di Libera “Daniele Del Core” – Campi Flegrei, nato dietro mio impulso. Ho provato a dare forza a tutta la mia famiglia nelle dolorose vicissitudini che si sono succedute alla morte di Daniele. Ma da sola non ce l'avrei mai fatta. Daniele è sempre stato con me. Daniele è ancora con me. Eternamente giovane. Eternamente bello. Il motivo per cui piango e non mi arrendo. Il senso del mio impegno e della mia sopravvivenza.