Aurelio nasce il 14 agosto del 1974 a San Giovanni Rotondo, anche se vive a San Marco In Lamis, paese della provincia di Foggia.
È il terzo di quattro fratelli; la sua è una famiglia umile, dai profondi valori e principi, incentrati sulla dignità, sul lavoro e sul rispetto reciproco.
É intraprendente, ama la vita e sta lontano dai guai. Non gli piace discutere, sia con gli altri sia a casa e, soprattutto, non giudica mai. Sin da giovane sviluppa un profondo rispetto e amore per la terra, la sua terra. Un amore trasmesso da suo papà Antonio, che lavora con dedizione i terreni di famiglia. La terra è la sua passione più grande e così, presto, Aurelio decide di voler continuare la tradizione di famiglia: vuole fare l’agricoltore. Inizia a lavorare nell’azienda agricola di famiglia, prima con papà Antonio e poi si aggiungerà anche Luigi, uno dei suoi fratelli più grandi.
All’età di 24 anni conosce Marianna, una ragazza del paese della quale subito si innamora. Aurelio e Marianna sono una coppia felice, con tanti sogni e progetti futuri ed è per questo che, 4 anni più tardi, si sposano, coronando così il sogno di mettere su una famiglia.
Avevo 17 anni quando ci siamo conosciuti, 22 quando ci siamo sposati. Io non volevo fidanzarmi con un agricoltore, perché d’estate volevo andare al mare. Poi mi ha conquistato con la sua simpatia, la sua dolcezza, il suo modo di sdrammatizzare tutto. Vedeva sempre il lato positivo: ‘Le cose si aggiustano, solo la morte non si aggiusta’, mi ripeteva.
Aurelio è una persona molto riservata, testarda e determinata. È sempre sorridente, nonostante la giornata impegnativa trascorsa nei campi sul suo volto campeggia un sorriso grande, allegro. È molto orgoglioso del suo lavoro, nonostante la fatica e l’impegno. Appena di rientro a casa si dedica alla sua Marianna e ai due bambini, Antonio e Michele, che nel frattempo sono nati. Li porta spesso in campagna con lui, vuole trasmetterli la sua passione e soprattutto Antonio, il più grande, è desideroso di imparare il mestiere.
Aurelio si divide così tra la famiglia, a cui non vuole far mancare niente, e le giornate sui campi. La campagna è la sua seconda casa, lì si sente sereno, tranquillo; gli piace stare all’aria aperta, qualsiasi siano le condizioni climatiche. Le sue giornate sono scandite da sveglie all’alba e giornate intere a lavorare la terra, con la neve, la pioggia e persino con le temperature torride di agosto. Ma questo non gli pesa; lo fa con passione e non si lamenta mai. Nell’azienda di famiglia hanno coltivazioni di pomodori, grano, barbabietole, asparagi che vendono a cooperative locali o ai mercati del Nord e sia lui sia suo fratello Luigi ci tengono a che tutto sia fatto a regola d’arte. Sono attenti ai prodotti che usano, a lavorare e curare la terra con rispetto e riconoscenza per i frutti che dona. Nel suo lavoro Aurelio è preciso e ordinato.
Posizionava le zucchine una accanto all’altra nella cassetta, non le buttava a casaccio come fanno in tanti. E nei mercati, quando andava a venderle, apprezzavano. Per Aurelio e Luigi il lavoro veniva prima di ogni altro cosa. Il senso del dovere era nel loro DNA.
Durante il periodo invernale si dedica a fare le casette del presepe a mano, di legno. Adora il Natale e gli piace realizzare ogni anno il presepe personalizzato, aggiungendo sempre dettagli e ambientazioni.
Il 9 agosto del 2017
Nell’estate del 2017 Aurelio è al settimo cielo: la sua Marianna è in attesa del loro terzo figlio e sarà una bambina!
Avevamo da poco festeggiato la prima comunione di nostro figlio Michele e mi toccava sempre la pancia, in attesa della nostra bambina.
Il 9 agosto Luigi e Aurelio escono presto da casa, come ogni mattina. Hanno lasciato le loro mogli che ancora dormono, con un bacio fugace, un gesto quotidiano, sapendo che tanto in serata trascorreranno del tempo assieme. Non sanno invece che quella routine sarà interrotta, con violenza e ferocia. Non possono immaginare che il tempo per quel bacio non ci sarà più e che quella promessa di passare la domenica al mare non sarà mai mantenuta.
Fa caldo quella mattina, quel caldo torrido dell’agosto foggiano in cui si fa fatica a respirare. Eppure Aurelio, come suo fratello Luigi, è sorridente. Sono speranzosi per il raccolto che, dopo mesi di duro lavoro e di tanti sacrifici, si accingono a raccogliere.
Sono a bordo della loro auto, un Fiorino Pick up, stanno percorrendo la strada tra San Marco in Lamis e Apricena, nei pressi della vecchia stazione ferroviaria, poco distanti dai loro terreni. In quel tragitto parlano del lavoro da svolgere, dei progetti per settembre, quando il rumore sordo degli spari interrompe bruscamente il loro dialogo.
A pochi metri da loro c’è un’altra auto, una Wolkswagen, con a bordo Mario Luciano Romito, pluripregiudicato, boss della famiglia omonima, protagonista di una lunga faida che da anni insanguina il Gargano, in lotta feroce contro la famiglia dei Li Bergolis. Mario Romito è già scampato in precedenza a due agguati, uno nel 2009 e l’altro nel 2010. Assieme a lui c’è suo cognato, Matteo De Palma. Sono loro i veri destinatari dell’agguato mafioso. All’improvviso, infatti, la loro vettura viene affiancata da un altro veicolo con a bordo i killer. Il commando apre il fuoco e scarica sulla vettura un numero imprecisato di colpi, non lasciando scampo alle persone nell'abitacolo.
Ma i killer del boss Mario Luciano Romito non vogliono lasciare tracce. Nessuno deve poter testimoniare l’accaduto. Così si affacciano dai finestrini della Ford “C-Max” in corsa, all’altezza della vecchia stazione ferroviaria di San Marco in Lamis, e fanno fuoco mentre Luigi e Aurelio cercano di fuggire, si sono resi conto di ciò che sta accadendo. Luigi morirà nell’abitacolo del FIAT “Fiorino” bianco; Aurelio proverà disperatamente a mettersi in salvo, correndo nei campi, ma verrà inseguito e giustiziato senza pietà.
Si interrompe così, in una mattina qualunque di agosto, la vita di due uomini umili, lavoratori onesti, due mariti e padri di famiglia. Due innocenti.
Marianna non potrà nemmeno salutare Aurelio per l'ultima volta: le sarà impedita la vista di quel corpo straziato per tutelare il suo stato di salute e della bambina che porta in grembo.
Angela nascerà pochi mesi più tardi, privata del dritto di conoscere il suo papà che l’aspettava con tanto amore, desideroso di coccolarla e viziarla come tutti i papà sanno fare con le figlie.
La cosa che mi fa più male è che lui non ha potuto conoscere Angela e che lei non potrà mai conoscere il suo papà.
Vicenda giudiziaria
Le indagini sono condotte dalla DDA di Bari insieme al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia. Mesi di indagini serrate e accurate che si concludono il 16 ottobre 2018 con l’arresto, in esecuzione di ordine di custodia cautelare, di Giovanni Caterino. Secondo gli inquirenti Caterino è il basista della strage, su mandato del clan Li Bergolis.
Le indagini accertano che la strage è da inquadrarsi nella sanguinosa guerra che ha contrapposto il gruppo dei Montanari a quello dei Romito. Confermano che l’obiettivo del commando omicida è l’eliminazione di Mario Luciano Romito per ridefinire gli assetti di potere della criminalità mafiosa dell’area garganica. Le indagini confermano l’appartenenza di Caterino come organico al clan Li Bergolis e che non ha agito da solo ma con l’aggravante della premeditazione del metodo mafioso.
Il 30 novembre 2020, Giovanni Caterino è stato condannato, in primo grado, all’ergastolo.
La famiglia dei fratelli Luciani si è costituita parte civile nel processo, al loro fianco come costituzione di parte civile anche l’associazione Libera.
Memoria viva
La strage di quel 9 agosto 2017 ha scosso l’opinione pubblica e fatto sì che le Istituzioni si accorgessero della situazione nel Gargano. Il lavoro incessante della “Squadra Stato”, dal 2017 a oggi, sta mettendo in difficoltà i clan che tengono in ostaggio la terza provincia più grande d’Italia.
Nel 2020 la trasmissione Rai “Cose nostre” ha mandato in onda la puntata “A mani nude” che racconta la storia di Luigi e Aurelio.
Alla memoria di Luigi e Aurelio è stato intitolato il Presidio di Libera di San Marco in Lamis. Marianna e Arcangela, mogli di Aurelio e Luigi, si sono da subito impegnate per tenere viva la loro memoria e per scuotere le coscienze.