Parole di memoria

Per Carmela e tutte le "scomodissime madri" in cerca di verità

Per Carmela e tutte le "scomodissime madri" in cerca di verità

Nel corso di una funzione religiosa in ricordo della strage di Capaci di molti anni fa, una donna carica di dolore incontrò Luigi Ciotti. Si chiamava Carmela ed era la madre di Antonio Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone. Stringendogli il braccio, lo guardò negli occhi e gli chiese perché il nome di suo figlio, come quello degli altri agenti della scorta, non venisse mai pronunciato. Don Luigi ne accolse il dolore e lo trasformò in seme di impegno per la costruzione di una memoria collettiva. Da allora, Libera si batte affinchè a ciascuno venga riconosciuto innanzitutto il diritto al nome, il diritto a vedere riconosciuta e raccontata ogni singola storia.

A distanza di trent'anni dalle stragi del '92 che hanno cambiato la storia del nostro Paese, vogliamo ricordare quanto è accaduto dando voce ai familiari delle vittime di quelle stragi e di tutte le vittime innocenti delle mafie che ancora oggi gridano verità e giustizia

Nel trentennale della strage di Capaci vogliamo dedicare a Carmela, ma anche a Saveria, Ninetta, Augusta, Luciana, Felicia e a tutte le "scomodissime madri", un ricordo di Antonio Montinaro, quell'"agente della scorta" che dedicò la sua vita alla lotta alla mafia. Lo vogliamo fare non solo chiamandolo per nome, ma ricordandolo vivo. Vogliamo ricordare Antonio, il suo impegno, i suoi sogni, le sue passioni attraverso le parole di Tilde, sua sorella.

Intervista a Tilde, sorella di Antonio Montinaro