
Villa Literno (CE) // 25 agosto 1989 // 30 anni
Jerry Essan Masslo, fuggito dall'apartheid, arriva in Italia come nella terra promessa. Discriminazione, terrore, sangue avevano scandito la sua vita fino ad allora. Il padre e la figlia erano stati uccisi in Sudafrica nel corso di una manifestazione per i diritti dei neri. Per il viaggio in Italia deve vendere un bracciale e un orologio, gli unici ricordi rimasti del padre. Quando, il 21 marzo del 1988 atterra a Fiumicino, presenta la domanda di asilo politico, vedendosela subito rifiutata. Masslo sceglie comunque di rimanere in Italia, pur senza lo status di rifugiato. Vuole lavorare a tutti i costi, fa il muratore, scarica le merci al mercato della frutta e invia ciņ che guadagna alla famiglia che continua a vivere nel borgo, tristemente noto, di Soweto, alla periferia di Johannesburg. Nell'estate del 1989 decide di spostarsi a Villa Literno, nel casertano, dove era possibile trovare un lavoro stagionale per la raccolta dei pomodori. Parte senza indugio. Le condizioni dei braccianti stagionali sono pietose. E le popolazioni locali non sopportano la presenza di quelli stranieri e a Villa Literno la tensione sale. La notte del 25 agosto, sei criminali a volto coperto fanno irruzione nella struttura fatiscente di via delle Gallinelle, dove Masslo, assieme ad altri 30 compagni, passa la notte. I balordi chiedono a "tutti i negri" di consegnare i pochi soldi loro concessi dai caporali. Si rifiutano. Nelle colluttazioni che seguono, uno dei rapinatori esplode tre colpi di pistola che colpiscono mortalmente Masslo. La Cgil chiede per Jerry Masslo funerali di Stato, che si svolgono il 28 agosto, alla presenza del Vicepresidente del Consiglio.