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Palermo (PA) // 19 luglio 1992 // 52 anni
Nacque a Palermo il 19 gennaio 1940. Dopo essere divenuto magistrato, svolse diversi incarichi e arrivò al tribunale di Palermo nel 1975, collaborando all'Ufficio istruzione processi penali, sotto la guida di Rocco Chinnici. Partecipò al lavoro del pool antimafia, che comprendeva anche Falcone e Barrile. Cominciò anche a promuovere e a partecipare a iniziative volte a sensibilizzare i giovani contro la mafia. Il 4 agosto 1983 Chinnici venne assassinato e fu chiamato il giudice Antonino Caponnetto a coordinare il pool. I magistrati raggiunsero buoni risultati, con il primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Conclusa l'istruttoria processuale, Borsellino chiese il trasferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, per ricoprire l'incarico di procuratore capo. Successivamente, chiese e ottenne di essere trasferito alla Procura della Repubblica di Palermo con funzioni di procuratore aggiunto. Alla fine del 1991 fu delegato al coordinamento dell'attività dei sostituti facenti parte della Direzione Distrettuale Antimafia. Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone venne assassinato a Capaci. Borsellino rifiutò l'offerta di prendere il suo posto nella candidatura alla super procura, per rimanere al suo posto, continuare la lotta alla mafia e indagare sull'assassinio dell'amico e collega. Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia di Carini con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D'Amelio, dove viveva sua madre. Una Fiat 126 imbottita di tritolo, era parcheggiata sotto l'abitazione della madre, detonò al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Borsellino anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.