
Termini Imerese (PA) // 1 febbraio 1893 // 58 anni
Sindaco di Palermo per tre anni, Emanuele Notarbartolo di mestiere fa il direttore del Banco di Sicilia da quando nel 1876 fu nominato direttore generale. Un ruolo difficile, pieno di rischi. E di preoccupazioni. Il Banco di Sicilia è sull'orlo del fallimento. E attira le mira di persone poco raccomandabili. Ben presto la sua onestà e integrità morale si scontra con i politici presenti nel consiglio della banca, molti dei quali legati alla mafia locale. Il 1 febbraio 1893, Emanuele assorto nei suoi pensieri, si incammina verso la stazione di Sciara dove sale su un vagone di prima classe diretto a Palermo. Lo scompartimento è vuoto. Il treno arriva a Termini Imerese. Sono le 18.23, il treno porta tredici minuti di ritardo. Alla stazione salgono due uomini. Impeccabili nel vestire, soprabito scuro e bombetta. Il treno riparte per entrare dopo pochi minuti in una galleria. I due uomini, successivamente identificati in Matteo Filippello e Giuseppe Fontana, entrano in azione. Il treno è al buio. I due entrano nello scompartimento e aggrediscono Emanuele. Servono 27 pugnalate per ucciderlo.