Perugia (PG) // 30 aprile 2014 // 53 anni
Roberto Mancini era sostituto commissario di Polizia a Roma. Nei primi anni '90 iniziò a lavorare sul traffico illecito di rifiuti in Campania. Nel 1996, consegnò un'informativa alla Procura di Napoli che anticipava quel sistema criminale che avrebbe portato al biocidio della "Terra dei fuochi". L'informativa, però, restò in un cassetto per 15 anni. Fino a quando, nel 2011, il PM Alessandro Milita la mise agli atti del processo per disastro ambientale e inquinamento delle falde acquifere. Negli anni successivi alle indagini, tra 1997 e il 2001, Mancini lavorò come consulente per la Commissione rifiuti della Camera dei deputati, eseguendo decine d'ispezioni e sopralluoghi in discariche di rifiuti tossici e in siti di stoccaggio di materiali radioattivi. È proprio in questo periodo che Mancini si ammalò di Linfoma non-Hodgkin, conseguenza dei veleni respirati in anni di lavoro tra rifiuti tossici e radioattivi. Sposato e padre di una figlia, morirà il 30 aprile del 2014 all'ospedale di Perugia, dopo una battaglia durata 12 anni.