Giuseppe Scalìa

Cattolica Eraclea (AG) // 18 novembre 1945 //

Nativo di Cattolica Eraclea (AG), Giuseppe Scalia finita la guerra, si era posto con altri contadini alla testa del movimento che lottava per l'assegnazione delle terre incolte e l'attuazione della riforma agraria. La sua azione fu così convinta e coraggiosa tanto da essere scelto per la carica di segretario della Camera del lavoro del suo paese. Nei mesi in cui ricoprì questo incarico crebbe la stima di tutti verso la sua persona e la sua intelligenza politica, ma ugualmente crebbe anche l'odio della mafia locale e degli agrari che cercavano di conservare i propri privilegi. Nonostante le minacce di morte e il clima di paura che dominava in quegli anni in tutte le campagne dell'agrigentino, Scalia perseverò nel suo impegno. Il 18 novembre del 1945, passeggiava per le vie del suo paese in compagnia del vicesindaco socialista Aurelio Bentivegna. Un agguato improvviso. Un gruppo di sicari mafiosi armati di lupara e bombe mano lo colpirono. Cadde in una pozza di sangue in una di quelle strade che tante volte lo avevano visto protagonista di coraggiose manifestazioni.

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