Militante comunista, Vincenzo Leto era stato consigliere comunale di Campofiorito (PA), e presidente della locale cooperativa agricola. Il 22 maggio del 1956 passa la serata ad ascoltare i comizi del sindaco uscente capolista della DC alle imminenti elezioni municipali, della baronessa Lasagna e del candidato di sinistra, che si alternano nella piazza gremita del paese. Nella strada di ritorno verso casa, i sicari aprono il fuoco. Fratello del segretario di Sezione, capolista del PCI alle amministrative, in una zona dove i grandi proprietari e i mafiosi hanno impedito la distribuzione delle terre ai contadini, viene ucciso con le stesse forme efferate usate mesi prima per Salvatore Carnevale e Giuseppe Spagnolo. L'omicidio resterà impunito.