Acquappesa (CS) // 27 ottobre 1981 // 32 anni
Nato a Casalbuttano, in provincia di Cremona, Lucio Ferrami iniziò a lavorare fin da giovane nel campo dell'edilizia stradale come dipendente di una ditta lombarda. Aveva circa ventun'anni quando gli impegni lavorativi lo portarono in Calabria, a Guardia Piementose (CS), dove conobbe Maria Avolio, sua futura moglie. Dopo essersi sposato, Lucio con l'aiuto della famiglia decise di mettersi in proprio: avviò la Ferrami ceramiche per la vendita al dettaglio di materiali da costruzione. Dopo qualche tempo, però, la Ferrami ceramiche ricevette la prima richiesta di estorsione da parte delle 'ndrine locali della costa tirrenica legate a Franco Muto, conosciuto come il "re del pesce" di Cetraro, boss indiscusso dell'alto tirreno cosentino. Alla richiesta del pizzo l'imprenditore cremonese decise di non cedere e denunciò i suoi estorsori alla giustizia facendo mettere per iscritto nomi e cognomi dei criminali. Il 27 ottobre del 1981, mentre era alla guida della sua auto in Contrada Zaccani, ad Acquappesa, Ferrami fu raggiunto da una raffica di colpi proveniente dal ciglio della strada dove i killer erano nascosti. Fu un'esecuzione in pieno stile 'ndranghetista. Quella sera, l'imprenditore stava rientrando a casa in compagnia della moglie, Maria Avolio, che si salvò dall'agguato perché suo marito le fece da scudo umano.