Un nome una storia. Il percorso di memoria del Presidio di Chieti "Attilio Romanò"

Le scuole chiuse, la didattica a distanza e la difficoltà per gli insegnanti e gli studenti di proseguire i percorsi di cittadinanza responsabile. E' un occasione per ripensarci e per ripensare, ma non per fermarsi.
E' ciò che sta provando a fare il presidio di Libera Chiedi "Attilio Romanò". All'inizio dell'anno scolastico è partito un interessante percorso di memoria e narrazione. Attraverso l'approfondimento di alcune storie delle vittime innocenti delle mafie, gli studenti hanno provato a restituire non solo un volto a quei nomi che hanno ascoltato in classe. Hanno restituito una storia, cimentandosi in un laboratorio di narrazione e provato a riscrivere alcune storie.
Un percorso che aveva previsto una tappa importante a Palermo, in occasione della XXV Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
L'emergenza COVID – 19 non ha fermato però l'entusiasmo degli studenti e degli insegnanti, così il Presidio sta portando avanti, dalla fine del mese di marzo, un'iniziativa social con l'intento di dare continuità al percorso di narrazione di memoria.
L'idea è stata quella di utilizzare una modalità narrativa di tipo 'teatrale' che, a partire dal testo scritto, raccontasse con un linguaggio differenziato le storie delle persone. Il teatro come strumento di impegno ma anche di didattica.
E' un approccio al tema che il presidio di Libera sta sperimentando con l'aiuto di un amico, l'attore/ regista Alessandro Blasioli. La narrazione è accompagnata da una scheda bibliografica che aiuta ad approfondire le storie. Un progetto dentro il progetto di memoria che dà l'opportunità di resistere all'immobilismo a cui la pandemia ci costringe in casa. L'operazione culturale muove dal bisogno di valorizzare l'esperienza di narrazione che il Presidio sta costruendo da tempo, con l'intento di continuare a raccontare le storie e insieme di procedere con nuove strade di lavoro sul tema
Una sperimentazione che ci apre alla possibilità di nuovi stimoli e di altri strumenti al lavoro per i percorsi di memoria. Un impegno che non si ferma ma continua a essere nutrimento di speranza e vicinanza nei confronti dei familiari delle vittime innocenti delle mafie.